LONDRA - La perdita del contatto col satellite Envisat, avvenuta ieri, preoccupa i climatologi e i ricercatori di tutto i mondo, che ora dovranno fare a meno di una importantissima fonte di dati ambientali su ozono, temperatura, gas serra e mutamenti atmosferici. Il satellite dell'Agenzia Spaziale Europea (ESA), lanciato nel 2002, è stato a lungo considerato uno dei sistemi di monitoraggio ambientale in orbita più sofisticati al mondo, e i dati scientifici ottenuti grazie ad esso sono apparsi oltre 2000 pubblicazioni scientifiche. "Il silenzio di Envisat ci ha causato un nodo alla gola" ha dichiarato Inez Fung della University of California, Berkeley, negli Stati Uniti, come si legge in un articolo pubblicato su Nature a commento della perdita di segnale da parte del satellite, i cui problemi erano cominciati già lo scorso otto aprile.
"Se il problema di Envisat non sarà risolto, ci aspetta un lungo periodo di assenza di informazioni essenziali provvedute dal satellite che non potremmo reperire altrimenti" ha detto invece Neil Harris, chimico a capo dell'European Ozone Research Coordinating Unit dell' University of Cambridge, Gran Bretagna. Il satellite ha già superato il funzionamento previsto di 5 anni, tuttavia l'ESA e i ricercatori che sfruttano i suoi dati facevano affidamento sulla sua capacità di resistere ancora. "Questo è un preavviso dell'imminente perdita di satelliti nei prossimi anni, dovuta alla coincidenza delle date di lancio", ha dichiarato Josef
Aschbacher, direttore del programma di nuovi satelliti ESA Sentinel, previsti per il 2014. "La scomparsa di Envisat ci mette ancora più fretta per l'emissione di nuovi satelliti nell'orbita terrestre". (repubblica.it)
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