Per i parchi non c'è pace: dopo il Lazio e le aree marine ora tocca alla Sicilia

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Martedì, 24 Aprile 2012

 

In effetti non passa giorno ormai senza che per le nostre aree protette non piova sul bagnato. Pochi giorni fa denunciammo le sconcertanti manovre in corso alla regione Lazio per mettere in soffitta i parchi regionali. A ruota ha seguito la lettera di Federparchi a firma Sammuri e Sanna al ministro Clini di denuncia della situazione insostenibile delle aree protette marine a rischio chiusura per mancanza di risorse.

Ora arriva la notizia dalla Sicilia una regione dotatasi da decenni di un ricco sistema di parchi regionali e di riserve naturali operanti in territori e ambienti tra i più straordinari dell'isola - lo Zingaro, Vendicari, Pantalica, l'Etna, le Madonie, i Nebrodi che sulla base di una legge freschissima che sbaracca l'azienda forestale regionale che di questo sistema gestiva parte rilevantissima rischiano la crisi. Un rischio già evidente a seguito di commissariamenti a cui è stato affidato persino il coordinamento di Federparchi. La regione della Prestigiacomo (Nella foto) sembra voltare così le spalle alla sua ricca storia e tradizione per imboccare il binario rovinoso su cui la non rimpianta ministra l'aveva immessi con le sue cervellotiche sortite sul poltronismo e la privatizzazione.

Anche qui come per le altre situazioni si avverte sempre più l'urgenza di risposte che purtroppo al momento lasciano molto -troppo- a desiderare. Una risposta che riguarda naturalmente innanzitutto i parchi da tempo messi con le spalle al muro ma anche le istituzioni, il mondo della ricerca e dell'associazionismo che non riesce ancora farsi sentire e valere come dovrebbe. (Renzo Moschini - greenreport.it)

Commenti dei lettori

Riporto una breve parte dell'osservazione di Giuseppe Rossi presidente del parco nazionale d'Abruzzo per esprimere e condividere l'intervento di Moschini in particolar modo l'osservazione che il mondo della ricerca e dell'associazionismo non riesce a farsi sentire ad emergere con forza oltre la dignità di nicchia che pure è indispensabile ed apprezzabile per sensibilizzar meglio le problematiche legate ai modelli non convenzionali dei parchi in ambito di un'economia sostenibile. La quotidiana messa in discussione dei parchi e degli enti parco -dice Rossi- mette in luce che la natura è per lo più qualcosa di estraneo alla politica e agli interessi collettivi e le finalità delle aree protette sono disconosciute. Non è possibile che i parchi, istituzioni pubbliche per definizione possano essere affidati alla gestione di privati". Una cosa è giustamente affidare alcune attività produttive a società e cooperative sociali già ampiamente praticata nelle diverse realtà dei parchi naturali un'altra cosa è pensare di affidare compiti istituzionali come la sorveglianza il rilascio di autorizzazioni edilizie, il risarcimento del danno da fauna protetta la ricerca scientifica a soggetti privati . In sintesi l'indirizzo urbanistico territoriale coerente con la pianificazione di un'economia sostenibile di cui il concetto di parco naturale ne rappresenta una parte determinante, inevitabilmente deve essere affidato ad istituzioni competenti con soggetti e persone abili e capaci di provata onestà e serietà professionale. Concordo quando da più parti si cerca di dimostrare che l' utilità dei parchi è già ampiamente consolidata per la tutela della biodiversità ma anche per lo sviluppo locale di quelle economie definite per antonomasia marginali che senza i parchi patirebbero ancora di più con un inevitabile peggioramento della qualità della vita per le popolazioni locali. Penso semplicemente ai parchi istituiti con la legge quadro n. 391/91 e alle realtà dei parchi campani Vesuvio e Cilento-Vallo di Diano la cui esistenza ha comunque impedito scelleratezze e deturpamenti gravi di territori già ampiamente compromessi sotto il profilo socio- ambientale e sta costituendo seppur con notevoli difficoltà concrete risposte di valore economico ed etico in quei territori definiti convenzionalmente marginali ed avvolti nel luogo comune della disperante illegalità diffusa e generalizzata. Un compagno di Olos De Vita Giorgio

Inviato da: Giorgio - Mercoledì 25 Aprile 2012 alle 23:01

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