Lo zucchero, tossico e dannoso come l'alcol e il fumo

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Domenica, 5 Febbraio 2012

 

Fa danni alla salute e rende dipendenti, come il tabacco e l’alcol: così anche la vendita dello zucchero deve essere regolata per legge. Lo sostiene un gruppo di ricercatori dell’University of California a Los Angeles (Ucla) sulle pagine della rivista Nature. Lo zucchero, dicono, sta alimentando la pandemia di obesità in tutto il mondo e il suo consumo (triplicato negli ultimi cinquant’anni) favorisce la comparsa di patologie, come diabete, malattie cardiovascolari e tumori, responsabili di 35 milioni di morti all’anno nel mondo.

CALORIE VUOTE - E aggiungono: la potenzialità, che lo zucchero ha, di diventare una sostanza da abuso, unita alla sua tossicità e alla sua onnipresenza nella dieta dei Paesi occidentali, lo rende uno dei maggiori pericoli per la salute pubblica. Lo zucchero, dunque, non è soltanto un alimento che apporta all’organismo le cosiddette calorie vuote, (cioè, calorie in abbondanza ma nessun elemento utile dal punto di vista nutrizionale, come fa anche l’alcol) responsabili dell’aumento di peso. Consumato in quantità, lo zucchero modifica il metabolismo, aumenta la pressione del sangue, altera gli equilibri ormonali e provoca danni al fegato. Più o meno gli stessi effetti prodotti dall’alcol (che, del resto, deriva dagli zuccheri).

COMPORTAMENTI INDIVIDUALI - E’ dunque tossico ed è necessario convincere la gente di questo: «Non è facile – ha commentato Claire Brindis dell’Ucla – cambiare le abitudini delle persone. E, comunque, un intervento efficace, per ridurre il consumo di questo alimento, non può basarsi soltanto sul cambiamento dei comportamenti individuali, ma richiede soluzioni più ampie, che coinvolgano l’intera comunità, come si è fatto per l’alcol e per il tabacco. A partire da un miglioramento dell’informazione su quello che la scienza dello zucchero sta scoprendo». Molte strategie adottate per la lotta all’alcol e al fumo possono essere utilizzate anche per lo zucchero, come l’imposizione di tasse sulla vendita, il controllo dell’accesso ai cibi con elevato contenuto di zucchero, l’adozione di regole più severe per i distributori automatici di snack che vendono prodotti dolci nelle scuole sui luoghi di lavoro.

NON E’ PROIBIZIONISMO - «Non si tratta di proibizionismo – ha detto Laura Schmidt, uno dei ricercatori – e un’interferenza dello stato nella vita delle persone, ma soltanto un modo per rendere il consumo di zucchero meno conveniente». Alcuni paesi hanno già imposto una tassa sui cibi-spazzatura: Danimarca e Ungheria lo hanno fatto per i grassi saturi, la Francia per le bibite. Non tutti però sono d’accordo con questi provvedimenti. Secondo alcuni, demonizzare un singolo alimento non è di grande utilità per convincere una persona a seguire una dieta sana. Non solo, ma malattie come obesità, diabete e cardiopatie, sono multifattoriali e richiedono un approccio globale che non può prescindere da una dieta bilanciata e da una costante attività fisica. (Adriana Bazzi - corriere.it)

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