A casa dei guardiani del tempo. In Germania l'occhio del meteo

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Martedì, 14 Febbraio 2012

 

DARMSTADT - seguono ogni movimento nei cieli d'Europa e del mondo sui cinquanta schermi del modernissimo centro di controllo. Parlano tra loro in tedesco o inglese, in italiano, francese, spagnolo o tante altre lingue ancora, come nei corridoi della Banca centrale europea. Sono sempre decontracté, sorridenti e abbigliati casual. Scherzano, l'atmosfera è amichevole e informale nella piccola e ricca Darmstadt, a un passo da Francoforte. Ed è piacevole passare una giornata al lavoro con loro, i guardiani del clima.

Giovani, geniali salvatori del mondo, se li osservi quasi evocano Harry Potter, Hermione Granger e i loro amici a Hogwarts. Qui lavorano i cinquecentosessanta superesperti venuti da ogni parte d'Europa, gli scienziati grazie ai quali riceviamo i dati che consentono di prevedere ondate di gelo, alluvioni e tsunami. Si chiama Eumetsat, è l'agenzia europea intergovernativa ma indipendente, come la Bce, che con i suoi satelliti è all'avanguardia nel mondo per la sorveglianza delle condizioni meteorologiche. Dall'allarme rosso per la nuvola del vulcano islandese che nell'aprile 2010 bloccò i voli in Europa fino ai primi, puntualissimi segnali dell'offensiva del generale inverno che ha azzoppato Roma e buona parte dell'Italia e del resto del Vecchio continente, le preallerte - non previsioni del tempo, bensì dati neutrali ma espliciti - sono venute da qui. Dalle informazioni dei satelliti meteo che arrivano a getto continuo e, decrittate ogni 10-15 minuti, vengono inoltrate gratis e di continuo in

tempo reale a ogni autorità nazionale europea. Basta saperle leggere, per non confondere 35 millimetri d'acqua con 35 centimetri di neve. L'Europa esiste e funziona, basta saperla usare.

Fuori, il sole mitiga appena i dieci gradi sotto zero e soltanto liquidi solventi sparsi a ogni angolo dagli spazzaneve arancioni ti salvano da una sbandata mortale in auto o da una scivolata sul marciapiede con fratture gravi. Trenta chilometri a nord, Boeing, Airbus o Embraer con tutti i colori del mondo atterrano e decollano tranquilli (alla peggio con qualche ritardo) nell'enorme scalo di Francoforte, secondo nel continente solo a Londra-Heathrow. Il gelo siberiano miete morti anche qui, ma basta ascoltare i guardiani del clima per difendersi meglio. Lavorano di buon umore, ma concentratissimi come manager coreani, qui alla centrale delle pacifiche "star wars" europee contro il maltempo. "Guarda quell'immagine del satellite, che fanno le nuvole?", studiano due giovani davanti a uno schermo della sala controllo. Non devono fare altro: la segnalazione ai servizi meteo di tutta Europa parte in automatico. "Nuove nubi sull'Italia settentrionale e centrale", "rischio di abbondanti precipitazioni su Francia meridionale e Spagna", avvertono grandi didascalie.

Valerie Barthmann, giovanissima pr tedesca, studi in Francia, fluent anche in italiano, saluta tutti in molte lingue, poi scendiamo nel sotterraneo. Grigi armadi metallici, ambiente sterile e isolato, luce soffusa, solo il sussurro sommesso dell'elettronica rompe il silenzio. Quello che è Serpico per il fisco italiano, sono questi supercomputer per i guardiani del clima europeo. "I dati dei satelliti vengono captati dalle stazioni di antenne a Svalbard, sulle isole Spitzbergen norvegesi, e nell'Antartide", spiega il gentile data services manager Harald Rothfuss, sulla quarantina, maglione alpino, jeans e scarpe da trekking. "Vengono captati dal centro di Uesingen, 60 chilometri da qui, il computer raccoglie tutto. La ritrasmissione a ogni servizio meteorologico nazionale è immediata, poi il computer archivia per anni". Non fanno previsioni del tempo i guardiani di Darmstadt: raccolgono dati di continuo a velocità fotonica, e li inviano a tutti i paesi. Tra dati nuovi ritrasmessi ogni 10-15 minuti ovunque e archivio del supercomputer - in media per ogni 100 terabyte di dati in entrata quelli ritrasmessi o richiesti all'archivio sono dieci volte tanti - Eumetsat mette chiunque in Europa in condizione di prevedere con grande anticipo ogni tempesta. I dati vengono inoltrati 24 ore su 24, sette giorni su sette.

Superlavoro, stress, allarmi, con l'ultima ondata di gelo? No, il lavoro procede al ritmo intenso di sempre. "Da quando abbiamo visto con i satelliti il gelo in Russia e le alte pressioni era chiaro che cosa sarebbe arrivato sulla testa di tutti gli europei", spiegano. "È facilissimo, e inoltre gratuito, anche seguirci online", fa notare il giovane Neil Fletcher, manager communications and outreach, venuto qui in jeans di velluto e camicia button down da Manchester. Qui si entra solo per concorso, promossi o bocciati da commisioni d'esame autonome. Unica condizione d'ammissione: devi essere europeo. "Divertiamoci con il mio schermo, ma non per il downloading del rock": ecco immagini e rapporti di Eumetsat scaricabili gratis da YouTube e da Flickr. Anche con la funzione di zoom su ogni singolo paese. Serve poca illuminazione elettrica nella fortezza ipervetrata dei guardiani del clima. La luce del sole ti arriva dal tetto e da ogni parete. Trasparenza ovunque e mescolanza multiculturale persino nel menù della mensa: tonno grigliato o tortellini a fianco dei piatti tedeschi.

"Il problema è che la gente dovrebbe reimparare a prendere sul serio i pericoli naturali", dice Marianne Koenig, meteorologa, tra un computer e l'altro. "Inverni gelidi e tendenza a temperature più alte non sono in contraddizione. Non affrontiamo solo un riscaldamento delle temperature, abbiamo perso l'equilibrio del clima che si era formato dopo l'ultima glaciazione. Come sui mercati internazionali, anche nel clima affrontiamo turbolenze veloci che ieri ci erano ignote". Maglione nero, jeans, stivaletti da neve, spiega tutto sorridendo. "Leggere i nostri dati è importante, prepararsi in tempo può salvare vite, ha benefici sociali enormi". A volte il messaggio è ricevuto: la Germania ha alzato le sue dighe foranee sul Mare del Nord. "Ma troppo spesso il trend è tagliare i fondi ai servizi meteorologici nazionali, specie nel personale. Errore. I segnali dei computer non sono tutto, se non hai chi li analizza velocemente. È come se le compagnie aeree rinunciassero ai corsi al simulatore per i piloti di linea: col simulatore impari ad affrontare l'emergenza le rare volte che arriva, e a salvare vite".

È anche un mondo solidale il comando europeo delle guerre stellari contro il maltempo: i dati vanno gratis in tempo reale ai paesi più poveri, dall'Africa al Sudest asiatico e per prevenire siccità o tsunami. I satelliti sono di due tipi: geostazionari, a 36mila chilometri di quota, e orbitanti a 800 chilometri dalla Terra. Segnalano con un "bip bip" persino ogni loro minima avaria. Li lanciano con i razzi francoeuropei Ariane da Kourou, nella Guyana francese, o raramente con i Soyuz russi da Baikonur. La parte del leone, nella produzione degli enormi satelliti che avvistano a tempo gelo o alluvioni, tocca alla Francia. "Se il nostro sistema non esistesse", dicono i giovani guardiani del clima, "sarebbe il caos". Roma kaput mundi. (Andrea Tarquini - repubblica.it)

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