Grandi dighe e devastazione del territorio: Enel sul banco delgli imputati

Aggiorna la pagina

 

Giovedì, 16 Febbraio 2012

 

L'America Latina ancora protagonista nelle lotte per la tutela dei beni comuni. Dopo il drammatico conflitto di Cochabamba (Bolivia) di 12-13 anni fa, in cui i cittadini insorsero contro la privatizzazione dell'acqua, ora in Colombia si sta consumando un'altra battaglia per la tutela di almeno due beni comuni (acqua e territorio) che speriamo non degeneri in episodi di violenza contro la popolazione, che sta solamente facendo valere i propri diritti.

In questi giorni nel dipartimento di Huila, è in corso l'epilogo di una lotta che va avanti da 4 anni contro la costruzione della grande diga, il Quimbo, un megaprogetto idroelettrico proposto da Enel-Endesa, dal valore di oltre 800 milioni di dollari. La diga inonderà 8.500 ettari di terre agricole, abitate da 3000 persone (6 i comuni coinvolti), situate in una valle riserva di protezione dell'Amazzonia. I comitati locali di cittadini riuniti nell'associazione Assoquimbo, presidiano da tempo il territorio per bloccare i lavori compreso lo scavo di un tunnel di 400 metri (i lavori dovrebbero iniziare il 20 febbraio) che servirà a deviare il fiume Magdalena, il più grande corso d'acqua del paese.

Il meccanismo si ripete in maniera simile in molte parti del mondo: grandi concessioni idroelettriche, elargite con troppa facilità da governi compiacenti a multinazionali di enorme influenza, territori devastati con messa a rischio della biodiversità, della sicurezza alimentare, delle risorse naturali e perfino culturali. L'energia è certo necessaria e le fonti rinnovabili devono essere incrementate, ma non a scapito della sostenibilità ambientale, sociale ed economica perché dubitiamo che sul territorio sacrificato vi sia qualche ricaduta di tipo monetario per l'interesse generale.

I costi di queste operazioni sono di gran lunga superiori ai benefici se le analizziamo con le lenti della sostenibilità e dispiace che un'impresa italiana sia protagonista di questo tipo di progetti. Anche perché pare che le multinazionali Enel-Endesa si siano già rivolte all'esercito e agli squadroni antisommossa (dai metodi poco ortodossi) per reprimere ogni accenno di dissenso e sgomberare il territorio.

Per appoggiare la lotta dei cittadini colombiani e per informare su questa battaglia per la tutela dei beni comuni che si sta combattendo in un'altra parte del pianeta, è stato convocato per giovedì 16 febbraio a Roma un presidio, dalle ore 14 fino alle 17, davanti la sede nazionale Enel Spa (viale R.Margherita/angolo via Savoia) a cui hanno aderito molti movimenti italiani tra cui il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua (greenreport.it)

Commenti dei lettori

Al momento non ci sono commenti dei lettori per questo articolo

Inserisci un tuo commento a quest'articolo

Nome:

 

Email:

(non verrà visualizzata)

Messaggio:

 

 

Vi ricordiamo che i commenti inviati verranno prima controllati dall'amministratore di METEORIVIERAPICENA

Visione ottimizzata 1024x768 pixel

Imposta come tua

"Pagina iniziale"

di Internet Explorer

Webmaster

Disclaimer

by meteorivierapicena.net