Trivella facile, è rivolta "Vergogna senza pari"

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Giovedì, 19 Gennaio 2012

 

ROMA - Ambientalisti in rivolta contro il provvedimento "trivella facile" contenuto nella bozza del decreto sulle liberalizzazioni 1 che il governo discuterà domani nel corso del Consiglio dei ministri. "La norma sulle trivellazioni - denuncia il verde Angelo Bonelli - rappresenta una vergogna senza precedenti. Ci auguriamo che il governo smentisca immediatamente le norme che prevedono la libertà di trivellare per la ricerca di petrolio in Italia, perché le bozze degli articoli 20-21e 22 rappresentano la svendita del territorio italiano alle lobby del petrolio che potranno trivellare, con un trucchetto legislativo, anche nelle aree marine protette".

"Nell'articolo 21 inoltre - ricorda ancora il presidente del Sole che ride - viene ridotta la distanza per trivellare da 12 miglia a 5 miglia; all'articolo 22 comma 1 si introduce una norma che prevede che l'attività di prospezione e coltivazioni di idrocarburi è libera: siamo alla follia e dichiaro l'indignazione dei Verdi per una norma voluta dal ministro dell'Ambiente e dello Sviluppo Economico".

"Con queste norme aberranti - aggiunge Bonelli - avrebbero il via libera attività di trivellazioni nei nostri mari e in Basilicata per a partire dalle aree marine protette e aree sensibili dal punto di vista ambientale pensiamo alle isole Egadi, a Pantelleria, alle Tremiti, allo stretto di Sicilia:

basti pensare che società come la Np, Northern Petroleum, Audax, Eni, Edison, Shell, hanno presentato negli anni scorsi solo nel mare prospiciente la Sicilia richieste per oltre 1.000 kmq".

In campo contro la possibilità che il provvedimento diventi legge anche Legambiente. "La Costa Concordia spiaggiata rischia di immergersi e inondare l'Arcipelago Toscano di carburante. La situazione è grave e il rischio inquinamento è concreto. Eppure - sostiene l'associazione - nel pieno dell'emergenza, scopriamo che la bozza delle liberalizzazioni proposte dal governo prevede tre articoli mirati a concedere la possibilità di trivellare gas e petrolio in aree preziosissime del nostro paese con un limite di distanza ridotto dalle 12 alle 5 miglia dalla costa. 2 Ma non solo: si prevede di aumentare gli investimenti in infrastrutture estrattive; si abbassano drasticamente i limiti per la trivellazione in mare e si liberalizza la ricerca di nuovi giacimenti. Fatto salvo per i limiti ambientali, che però non frenano il disastro in caso di sversamento".

Nella bozza la necessità di introdurre questo alleggerimento ai vincoli è spiegata con il desiderio di "ottenere una buona valutazione da Standard & Poor's e far alzare il rating". Il nuovo governo - denuncia ancora Legambiente - sceglie la via più antica e obsoleta: quella di svendere il paese ai petrolieri. Alla faccia della green economy".

Proprio in questi giorni il Wwf, Legambiente e altre organizzazzioni si stanno mobilitando contro i diversi progetti di estrazione di idrocarburi già in cantiere e ritenuti estremamente pericolosi. Una manifestazione nazionale, il "no trivella day", è prevista a Monopoli in provincia di Bari. La Puglia è infatti una delle regioni dove si sono concentrati gli appetiti delle multinazionali del petrolio. A scatenare le proteste 3, in particolare la possibile estrazione di greggio al largo delle Isole Tremiti 4. Ma i progetti che hanno mobilitato l'opposizione, compresa quella dell'ex ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo, riguardano anche Pantelleria 5, la Val di Noto 6 e il golfo di Crotone (repubblica.it)

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