Acqua, quanto mi costi: aumenti del 25% in 5 anni

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Sabato, 12 Maggio 2012

 

ROMA - Acqua sempre più cara. Negli ultimi cinque anni il costo del servizio idrico è aumentato del 24,5% in media, con punte spaventose. A Lecco la medaglia d'oro con il 126% in più, seguita da Benevento (+79,8%) e Massa e Carrara (+64,3%). Altre sei città si attestano sopra il 50%, mentre ben 30 superano il 30%. Se si considera invece solo l'ultimo anno, dal 2010 al 2011 le tariffe sono cresciute in media del 5,8%. I dati sono il risultato dell'indagine sul servizio idrico integrato dell'osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, il movimento di partecipazione civica per la promozione e la tutela dei diritti dei cittadini e dei consumatori.

L'indagine è incentrata sull'uso domestico. Per acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione e quota fissa, una famiglia di tre persone, con un consumo di 192 metri cubi d'acqua, spende in media circa 290 euro all'anno. Maggiori i rincari al centro (+34,3% rispetto al 2007, +6,2% rispetto al 2010) e al nord (+25,6% rispetto al 2007, +6,7% rispetto al 2010) mentre restano più contenuti al sud (+14,1% rispetto al 2007, +3,2 rispetto al 2010).

La città con le bollette più care è Firenze, 474 euro annui a pari merito con Pistoia e Prato. Non stupisce quincdi che, tra le regioni, il primato va alla Toscana: con sette città tra le prime 10 più care, ha una spesa di 431 euro a famiglia. Cifre superiori alla media anche per Marche (379 euro), Umbria (371 euro), Emilia Romagna (369 euro) e Puglia (353 euro).

La meno cara è il Molise, regione virtuosa dove dal 2007 la bolletta non supera mediamente i 138 euro, con Isernia che si attesta sui 110. Differenze importanti esistono però tra comune e comune all'interno delle stesse regioni, come in sicilia dove, tra Agrigento e Catania, la differenza di ben 255 euro.

Negativo anche il dato sulla dispersione. Secondo un'indagine di Legambiente 2011, in media il 32% dell'acqua immessa nelle tubature va persa. Meglio il nord, con perdite del 25%. Il centro si attesta sulla media nazionale mentre al sud si sale al 42%. Negli ultimi cinque anni la dipersione è aumentata in 47 delle 88 città prese in esame. Cosenza (73%), Campobasso (65%) e Latina (62%) le città colino. (repubblica.it)

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