Gas serra, il caso dell'Italia rischia di fermarsi sul traguardo

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Mercoledì, 30 Maggio 2012

 

L'ITALIA ha fatto una volata nel campo delle fonti rinnovabili e dell'abbattimento dei gas serra e ora rischia di fermarsi, a un passo dal traguardo, affondata dall'indecisione del governo. Vorrebbe dire paralizzare un intero comparto economico che aveva creduto nella scommessa green, mettere a rischio un settore che vale l'1% del Pil, e cancellare decine di migliaia di posti di lavoro. Proprio mentre il braccio di ferro tra governo e Regioni sul futuro delle rinnovabili è alle ultime battute, il Gse ha diffuso i dati che mostrano come - in un anno molto difficile, segnato da una normativa complessa e discontinua - l'energia pulita sia riuscita a dare una spinta importante all'economia italiana.

Al dicembre 2011 - calcola il Gse che ha effettuato oltre 200.000 controlli - risultano messi in rete 335.000 impianti fotovoltaici, eolici, a biomasse, idroelettrici che hanno fornito una produzione di 83 terawattora di energia pulita: più del 26% del totale elettrico.

E' stato un exploit utile per l'economia e indispensabile per il bilancio ambientale, come mostrano i dati sulle emissioni serra resi noti oggi dell'Unione europea: più 2,4%. I numeri si riferiscono al 2010 perché le statistiche ufficiali alle volte sono lente e catturano la luce della realtà con un ritardo che, in tempi di oscillazioni molto rapide, può ingannare. La spiegazione del leggero aumento delle emissioni è legata infatti, oltre che all'inverno freddo, a una piccola ripresa economica di cui oggi è difficile vedere traccia.

Nel 2010 nella Ue si è registrato un aumento di 111 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Un dato apparentemente molto negativo che va però corretto con due osservazioni. La prima è che l'anno precedente aveva segnato un meno 7,3% di emissioni (un crollo nettamente influenzato dalla crisi economica) e il modesto recupero economico del 2010 ha portato a dimezzare questo decremento. La seconda osservazione viene dal direttore dell'Agenzia europea per l'ambiente Jacqueline McGlade: "L'aumento delle emissioni avrebbe potuto essere più netto se non ci fosse stata una rapida espansione delle fonti rinnovabili".

Per l'Italia il bilancio a fine 2010 è meno 3% di emissioni serra rispetto al 1990. L'obiettivo da raggiungere al 31 dicembre 2012 è meno 6,5%. Quindi manca ancora un taglio del 3,5%, che - accelerazione della crisi a parte - appare difficile possa essere coperto in due anni. Soprattutto se, proprio mentre l'eolico diventa sempre più conveniente, il fotovoltaico è un passo dalla grid parity e le prospettive per geotermico e biomasse si rafforzano, le politiche energetiche nel settore green continueranno a essere governate dall'incertezza e dai continui ripensamenti che stanno paralizzando il settore (Antonio Cianciullo - repubblica.it)

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