L'Aquila, sentenza Casa studente: "Sisma non era affatto imprevedibile"

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Giovedì, 16 Maggio 2013

 

L'AQUILA - Il terremoto dell'Aquila "non era affatto imprevedibile". Lo sottolinea il giudice del tribunale dell'Aquila Giuseppe Grieco nelle motivazioni sulla sentenza del processo per il crollo della Casa dello studente, che ha visto la condanna di 4 imputati e l'assoluzione di altrettanti indagati.

Sulla scorta delle indicazioni tecniche, per Grieco il sisma poteva essere previsto ''essendosi verificato in quello che viene definito periodo di ritorno, vale a dire nel lasso temporale di ripetizione di eventi previsto per l'area aquilana''. Periodo che, scrive citando il consulente Luis Decanini, ''è stato indicato in circa 325 anni dall'anno 1000''. Inoltre, ''si è trattato di un terremoto certamente non eccezionale per il territorio aquilano e assolutamente in linea con la sismicità storica dell'area''.

La tesi del giudice Grieco è molto simile a quella sostenuta dal collega Marco Billi nelle motivazioni della sentenza Grandi Rischi. Billi scrisse che ci fu negligenza umana nel dare false rassicurazioni alla popolazione che in tal modo non adottò le tradizionali precauzioni tra cui uscire di casa dopo una forte scossa. La sentenza portò alla condanna a sei anni per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose di sette componenti della Commissione Grandi Rischi che il 31 marzo 2009, 5 giorni prima della scossa, si riunirono all'Aquila per fare il punto sullo sciame sismico che da mesi interessava il territorio aquilano.

"I tecnici hanno colpevolmente e reiteratamente ignorato tutte le prescrizioni", scrive ancora il giudice nelle circa cento pagine della sentenza per il processo sul crollo della Casa dello Studente, uno dei simboli più drammatici del terremoto del 6 Aprile 2009. In quel crollo morirono otto giovani.

Boschi: "Impossibile prevedere sisma". ''I terremoti finora non li ha mai previsti nessuno'': il sismologo Enzo Boschi, fra gli imputati nel processo dell'Aquila per il sisma del 6 aprile 2009, replica con decisione all'affermazione contenuta nelle motivazioni della sentenza. ''Allo stato attuale delle conoscenze - ha aggiunto - non si riesce a prevedere i terremoti. Quello che è possibile fare, e che i Paesi avanzati fanno, è rendere più sicuri gli edifici in modo da ridurre al massimo in danni''.

Condannati e assolti. Nel processo, per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni colpose, a quattro anni di reclusione erano stati condannati Bernardino Pace, Pietro Centofanti e Tancredi Rossicone, tecnici autori dei lavori di restauro del 2000 che, secondo l'accusa, avrebbero ulteriormente indebolito il palazzo, che già presentava vizi costruttivi all'epoca della sua edificazione negli anni '60. Circostanza confermata già dal perito del tribunale, Maria Giovanna Mulas, in una relazione di 1.300 pagine. I tre tecnici sono stati anche interdetti dai pubblici uffici per 5 anni. I tre sono stati condannati, inoltre, a pagare provvisionali ai parenti delle giovani vittime: il giudice, infatti, aveva disposto il pagamento di 100mila euro a ciascun genitore e di 50mila euro a ogni fratello o sorella. Un importo complessivo che si aggira sui 2 milioni di euro. Numerose le parti civili a cui è stato riconosciuto un risarcimento. Tra queste il Codacons, Cittadinanza attiva e il Comune dell'Aquila, cui sono stati riconosciuti 5mila euro ciascuno.

A due anni e mezzo è stato condannato Pietro Sebastiani, tecnico dell'azienda per il diritto agli studi universitari. Il giudice ha rilevato che lo stesso "non ha provveduto a fare il collaudo statico dell'immobile".

Con la formula "per non aver commesso il fatto" erano stati assolti Luca D'Innocenzo e Luca Valente, all'epoca - rispettivamente - direttore e presidente Adsu, Massimiliano Andreassi e Carlo Giovani, tecnici autori di interventi minori. Il non luogo a procedere era stato disposto per Giorgio Gaudiano, che negli anni '80 ha acquisito la struttura da un privato per conto dell'ateneo aquilano, e Walter Navarra, che ha svolto lavori minori. Per loro, che avevano scelto il giudizio ordinario, il processo era nella fase dell'udienza preliminare.

Cialente: "Giusto che chi ha sbagliato paghi". "Se la giustizia ha stabilito che ci sono delle colpe da parte dei tecnici è giusto che paghino". Il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, ha commentato così le motivazioni della sentenza. "Se è stato accertato che c'è stata 'incuria' è giusto che paghino. La mia analisi del terremoto e della nostra vicenda - ha precisato Cialente - è che in Italia tutte le persone che sono chiamate a compiere attività di controllo e di ispezione la fanno con un lassismo assoluto. Tutte le tragedie che avvengono nel nostro Paese sono per incuria nei controlli". (repubblica.it)

PS: "Impossibile prevedere un sisma"...(guarda il video)

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