L'acqua è un lavoro da donne. O da bambini

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Giovedì, 21 Marzo 2013

 

L’acqua è un lavoro da donne. O da bambini. Procurarsi il liquido fondamentale per la nostra vita, è un’attività che riguarda la parte più debole e con meno diritti del mondo. Certo: non del nostro mondo, quello in cui basta aprire il rubinetto per avere tutta l’acqua che vogliamo (a meno di vivere in certe aree del Mezzogiorno d’Italia, dove le carenze – spesso volute – degli acquedotti fanno andare i rubinetti a intermittenza). Nel mondo le donne e i bambini ogni giorno impiegano la somma di 200 milioni di ore per procurare l’acqua per la proprie famiglie (dato Unicef/Organizzazione mondiale della sanità 2010). Procurarsi l’acqua è il mondo degli altri e quindi non ci riguarda. Al limite ce ne accorgiamo in un’occasione come questa, il 22 marzo, che da vent’anni le Nazioni Unite hanno proclamato Giornata mondiale dell’acqua e che nel 2013 ha come slogan «Water, water everywhere; only if we share». Gioco di parole inglese che possiamo rendere in italiano come «C’è acqua per tutti, se solo la sapessimo condividere».

I DATI – Sono 783 milioni (dati Onu) le persone che nel mondo non hanno ancora accesso all’acqua, e 2 miliardi e mezzo coloro che non hanno un sistema fognario di scarico. Ogni anno muoiono 6-8 milioni di persone per malattie legate all’acqua. Di fronte a questi dati ne abbiamo un altro: se tutti utilizzassimo la stessa quantità d’acqua degli europei e dei nordamericani occorrerebbero tre pianeti e mezzo come la Terra. Tra alcuni decenni la popolazione mondiale salirà di altri 2 miliardi e la domanda di cibo – considerando i nuovi stili di vita e l’uscita dalla povertà di nuove fasce di popolazione – salirà del 50% nel 2030 e del 70% nel 2050. Ciò significa che l’agricoltura avrà bisogno del 19% in più dell’acqua che oggi utilizza. Ecco perché l’acqua è un tema intimamente connesso non solo con gli stili di vita, ma anche con l’alimentazione.

LA SFIDA - Considerando il riscaldamento globale che fa sciogliere i ghiacciai (le nostre riserve di acqua dolce) il problema attuale legato all’acqua non può fare altro che diventare un incubo. Già oggi i ghiacciai delle Ande, dell’Himalaya-Karakorum e delle Alpi, che danno da bere e permettono di irrigare i campi destinati all’alimentazione di miliardi di persone, si stanno progressivamente e sempre più velocemente sciogliendo. E secondo molti autorevoli scienziati l’aumento di 2 gradi della temperatura che i potenti della Terra avevano posto solo pochi anni fa come limite invalicabile per evitare conseguenze imprevedibili, è destinato a essere una pia illusione.

ISTITUZIONI – L’anno scorso fu Roma, quest’anno la sede centrale delle celebrazioni è L’Aia, in Olanda. Nello stesso giorno a New York alla sede dell’Onu si terrà una sessione dedicata al tema, anche perché il 2013 è stato nominato Anno internazionale per la cooperazione sull’acqua (all’interno del Decennio dell’acqua 2005-2015), un’occasione per fare il punto di quanto è stato realizzato in questo ambito negli ultimi vent’anni e per indicare la strada da intraprendere dopo il 2015, data limite dell’Agenda per lo sviluppo. Sempre a L’Aia si terrà la Marcia dell’acqua, camminata non competitiva per i ragazzi tra i 10 e i 15 anni e le loro famiglie: 6 km trasportando un serbatoio di 6 litri d’acqua sulle spalle, per toccare con mano quello che vivono tutti i giorni migliaia di loro coetanei in molte aree del pianeta. (Paolo Virtuani - corriere.it)





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