Orto & Giardino - ORTO

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Il piacere di dedicarsi alla cura dell'orto, delle piante in casa, sul terrazzo o in giardino. Una pratica, a volte un hobby, che sta conquistando sempre più estimatori. Per gli appassionati, per gli esperti, ma anche per chi si avvicini per la prima volta all'orticoltura e al giardinaggio, una sezione in cui la secolare esperienza di Barbanera si traduce in preziosi consigli pratici, tecniche e suggerimenti per ottenere, in modo semplice, soddisfacenti "raccolti". Trenta ortaggi e trenta fiori, tra i più diffusi e amati, di cui imparare caratteristiche, tempi e tecniche colturali, proprietà benefiche e sistemi di conservazione (conserve, confetture). Di grande utilità il Glossario con la spiegazione dei termini tecnici e delle principali operazioni. Senza dimenticare, come tradizione esige, il pratico calendario lunare, per seminare, raccogliere, potare, in sintonia con la luna!

 

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AGLIO

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Descrizione: Originario dell’Asia e coltivato fino dall’antichità nei paesi del Mediterraneo, è una pianta bulbosa perenne che però viene coltivata con ciclo annuale. Durante l’estate la parte fuori terra si secca mentre il bulbo rimane vivo. Ognuno dei bulbilli di cui ciascuna “testa” è formata può generare una nuova pianta. Diversi ecotipi sono coltivati in Italia, che fanno capo a due varietà principali, quella bianca e quella rosa, quest’ultima più adatta per il consumo fresco.

Tipi di terreno: Evitare terreni umidi, acidi o eccessivamente compatti, e preferire invece terreni molto sciolti, sabbiosi e permeabili. Le basse temperature ostacolano l’ingrossamento dei bulbi. La temperatura ottimale di crescita va dai 18° ai 23°C, che corrispondono alle stagioni di autunno o primavera.

Semina: In autunno inoltrato o a fine inverno a seconda del clima, i singoli spicchi vanno interrati a circa 3 cm di profondità con la punta verso l’alto, a file distanti 30 cm con 8-10 cm di distanza sulla fila. La semina va preferibilmente effettuata con luna calante.

Concimazione: Due o tre strisce di letame o fertilizzante composto granulare vanno messe nell’interfila nel corso della stagione. Il terreno a contatto con le piante deve essere mantenuto soffice e non troppo secco.

Trapianto: Il trapianto è una procedura utilizzata solo in casi molto rari.

Raccolta: Al disseccamento della parte aerea, potete estirpare i bulbi ormai maturi, che si lasciano seccare al sole per qualche giorno per poi intrecciare le foglie insieme o legarle in mazzi. Appendendoli in locali aerati il rischio di marciumi sarà minore. È possibile la raccolta in primavera inoltrata per il consumo fresco. La produzione è di circa 1 kg per mq. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna calante.

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BASILICO

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Descrizione: Originario dei climi subtropicali dell’India. è presente sulle zone costiere del Mediterraneo e in tutta l’Europa meridionale. È una pianta erbacea annuale coltivata all’aperto nei mesi più caldi. Nell’Italia meridionale cresce più facilmente la varietà a foglie piccole, con aroma molto forte. Per il consumo fresco si coltivano anche le varietà napoletano a foglie grandi e bollose, verde chiaro, e il classico basilico genovese con foglie di forma simile al peperone, quasi lisce, verde intenso, di eccellente profumo.

Tipi di terreno: Necessita almeno di un clima temperato-caldo per crescere rigoglioso, ed essendo una pianta frugale non ha particolari esigenze di terreno: si può coltivare anche in vasi o cassette su terreno sciolto se non si dispone di un orto. Per ottenere migliori risultati si coltiva in aiuole molto soleggiate, con terreno profondo, molto fertile e fresco. La temperatura minima per la germinazione e la crescita delle piantine è di 15°C. La semina direttamente a dimora può essere fatta nei mesi di aprile o maggio, ma spesso si preferisce seminare molto prima in serra o in letto caldo per poi trapiantare, in piena terra, le piantine già cresciute.

Semina: È bene deporre il seme a circa 0,5 cm di profondità su terra soffice, ricoprendolo poi con un sottile strato di terreno sciolto o compost. Occorre circa un grammo di seme per 2 mq di semenzaio. In piena terra naturalmente è necessario più seme. Tale operazione va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: Se il terreno è ben letamato e ricco di sostanza organica non occorre concimazione. In caso contrario un concime composto granulare da interrare prima della semina o l’aggiunta di compost può risultare utile.

Trapianto: Si esegue, a partire da maggio, in piena terra a distanza di 30-40 cm. Oppure in vaso a distanza di 15-20 cm. Il trapianto va preferibilmente effettuato con luna calante.

Raccolta: Le foglie fresche si raccolgono scalarmente in base alle necessità. La cimatura dei rami dotati di infiorescenze stimolerà le piante nel continuare a vegetare. Se invece si vuole produrre seme si deve lasciare la pianta indisturbata fino al disseccamento autunnale.

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BIETOLA

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Descrizione: È una pianta biennale di origine europea, anche se la coltivazione come ortaggio è forse iniziata in Medio Oriente. L’uso culinario come erba cotta o da minestra risale ad almeno 2000 anni fa. È coltivata negli orti con ciclo annuale come bietola da taglio oppure da costa, che sono due tipi della stessa varietà botanica (Beta vulgaris varietà cycla). Il suo ciclo inizia a primavera, e nel corso della prima stagione di crescita vengono prodotte solo le foglie basali e si accumulano sostanze di riserva nella radice. Nel secondo anno la pianta produce fiori e semi, e infine muore. Nell’orto si cerca sempre di evitare la “salita a fiore”, mantenendo la pianta in fase vegetativa. Le bietole da taglio sono molto simili alle bietole da coste ma sono meno vigorose e formano cespi più piccoli.

Tipi di terreno: Le bietole preferiscono terreni profondi e fertili, con elevata capacità di trattenere l’umidità, ma senza ristagni di acqua. È opportuno dissodare il terreno in profondità se possibile evitando compattamenti superficiali.

Semina: La semina non può avvenire troppo presto in primavera perché le piante subiscono gli effetti del freddo eccessivo e sono indotte a fiorire anticipatamente. Si semina perciò direttamente nel terreno in marzo-aprile in file distanti circa 30-35 cm o a circa 40 cm tra le file per le bietole da coste. I semi sono raggruppati in glomeruli di 3 o 4 che rendono necessario il diradamento dopo che le piantine sono spuntate. In alternativa si può acquistare seme preparato in unità separate (monogerme) che non necessita di diradamento se posizionato con precisione. Nei climi miti la bietola può anche essere coltivata a cavallo di due annate, oppure con semine anche in agosto-settembre allo scopo di effettuare la raccolta in autunno. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: Si concima il terreno nell’autunno precedente la semina con letame o appena prima con un concime composto azotato. Un’ulteriore concimazione si può effettuare dopo ogni taglio delle bietole da sfalcio con un concime granulare complesso.

Trapianto: Le bietole da costa possono venire anche seminate in semenzaio e trapiantate. Il trapianto va preferibilmente effettuato con luna calante.

Raccolta: Le bietole si sfalciano periodicamente o si raccolgono progressivamente, senza tagliarela pianta troppo vicino al terreno per non danneggiarne i cespi e impedirne la ricrescita. Una leggera sarchiatura di tanto in tanto mantiene il terreno soffice ed elimina le erbe infestanti. La produzione può raggiungere i 4 kg per mq a stagione. La raccolta va preferibilmente effettuata in luna crescente.

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CARCIOFO

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Descrizione: Deriva dal carciofo selvatico che cresce spontaneo nelle stesse regioni degli agrumi. Le varietà coltivate, più resistenti al freddo e meno spinose, si ritrovano anche nel Settentrione, ma sempre in posizione soleggiata e poco ventosa. È una pianta erbacea perenne dotata di fusti sotterranei (rizomi) che permettono la sua proliferazione spontanea o riproduzione mediante germogli che spuntano alla base dei cespi (i “carducci”). Le varietà orticole selezionate coltivate nelle varie regioni italiane hanno caratteristiche di forma e precocità diverse.

Tipi di terreno: Preferisce terreni molto fertili, profondi e permeabili. Il clima ottimale è caldo o temperato caldo. La temperatura favorevole per lo sviluppo delle principali varietà è di 15°C. Eventuali ristagni d’acqua, abbinati a basse temperature danneggiano le radici.

Semina: nche se è possibile seminare i carciofi, i risultati migliori per l’impianto di una carciofaia si ottengono mettendo a dimora i polloni radicati o le sezioni di rizoma, chiamate ovoli. L’impianto dovrà durare dai 3 ai 10 anni, ed è quindi necessario scegliere una superficie adatta e lavorare profondamente il terreno. Per avere la produzione nell’anno successivo, la messa a dimora dei polloni deve avvenire in settembre-ottobre, nei climi asciutti, oppure in primavera in quelli freddi. Gli ovoli si mettono a dimora durante l’estate e necessitano di irrigazioni iniziali. La messa a dimora dei polloni o degli ovoli si fa con luna calante.

Concimazione: Durante la stagione che precede l’impianto, è necessario provvedere ad una sostanziosa concimazione di base con letame o compost, impiegando anche concimi fosfo-potassici in quantità pari a circa 1 kg per mq. Inoltre negli anni successivi si deve movimentare il terreno attorno ai cespi, aggiungendo compost o concime organico, eventualmente con l’apporto di concime granulare composto. La proliferazione delle piante permette il prelievo di polloni da utilizzare per altri impianti. La rimozione dei polloni in eccesso (scarducciatura), se fatta a fine estate, fa maturare prima i carciofi da raccogliere.

Trapianto:

Raccolta: La raccolta delle infiorescenze avviene da novembre a maggio in epoche diverse a seconda della varietà e del luogo. I più precoci sono i carciofi catanesi e i carciofi spinosi, i piu tardivi sono i carciofi violetti; alcune varietà sono rifiorenti e producono capolini sia in primavera che in autunno.

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CAROTA

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Descrizione: Ne esistono numerose varietà, tutte selezionate a partire dalla carota selvatica, originaria dei climi temperati dell’Asia, che cresce spontanea nei campi incolti. Tipica pianta biennale, nel primo anno forma la radice a fittone e le foglie, e nel successivo sale a fiore e produce semi durante la stagione calda. Si coltiva negli orti come pianta annuale. Esistono numerose varietà precoci e tardive, a radice lunga e corta.

Tipi di terreno: Il terreno non deve essere troppo compatto o ghiaioso e risultare preferibilmente profondo, fresco, ricco di sostanza organica e ben drenato. La temperatura deve mantenersi tra 10° e 15°C per permettere al fittone di crescere in condizioni ideali. Il clima temperato è il migliore.

Semina: Si effettua a circa 0,5-1 cm di profondità, a spaglio o meglio a file, per facilitare la sarchiatura e la rimozione delle erbe infestanti, in genere a partire da marzo nei climi più miti. Si può seminare poi scalarmente ogni 20 giorni circa, in modo da avere carote pronte da raccogliere per un lungo periodo di tempo. La semina va preferibilmente eseguita con luna crescente.

Concimazione: È consigliabile evitare l’uso di letame per questa coltura, e usare invece terreni precedentemente occupati da pomodori, cavoli o zucche a cui il concime organico è stato somministrato. La sostanza organica deve essere ben decomposta e distribuita uniformemente. Eventuali concimazioni con fertilizzanti chimici vanno fatte con prodotti complessi.

Trapianto: Si usa trapiantare solo le carote da seme, in genere in autunno.

Raccolta: Conviene estirpare tutte le radici dal terreno prima che cominci a piovere in autunno e sicuramente prima del gelo. Inoltre le radici troppo vecchie diventano legnose. Per l’uso domestico si possono prelevare le carote necessarie scegliendo le più grandi e avendo cura di diradare i gruppi troppo fitti lasciando 5-6 cm di distanza tra le piante sulla fila. La produzione arriva a 2-3 kg per mq. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna calante.

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CAVOLFIORE E BROCCOLO

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Descrizione: Tutti i tipi di cavoli coltivati, anche se di aspetto molto diverso, sono varietà derivate dal cavolo selvatico che cresce sulle zone costiere del Mediterraneo e su quelle atlantiche, ad esclusione del “cavolo cinese” che deriva da una specie diversa, la “brassica sinensis”. A meno che non si voglia produrre seme, i cavoli in genere si coltivano con ciclo annuale anche se si tratta di piante a sviluppo biennale; le parti utilizzate sono in genere fusto, foglie e infiorescenze. Il cavolfiore coltivato corrisponde alla varietà “botrytis capitata”, che si distingue per il periodo di raccolta e per il colore dell’infiorescenza a palla. Il broccolo corrisponde invece alla varietà “botritys cymosa” ed è abbastanza diffuso in Italia soprattutto nel meridione. Rispetto al cavolfiore presenta un maggiore numero di foglie e oltre all’infiorescenza principale presenta germogli laterali (broccoletti).

Tipi di terreno: I terreni migliori sono quelli di medio impasto, freschi, e ricchi di sostanza organica. Cresce bene nei climi temperati e subisce danni per le basse temperature invernali, per l’eccesso di umidità e anche per il troppo caldo e la siccità.

Semina: Si fa in vivaio da maggio a luglio a seconda delle varietà, per produrre le piantine da trapiantare. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente. Alcune varietà selezionate possono essere seminate (e trapiantate) tutto l’anno.

Concimazione: I terreni lavorati profondamente vanno concimati con letame ben interrato, o altrimenti con fertilizzante granulare complesso.

Trapianto: Si fa da luglio alla fine di agosto secondo le varietà, evitando le ore più calde del giorno, alla distanza di 0,6-0,8 m tra le file. Occorre assicurare una irrigazione di impianto e ulteriori irrigazioni periodiche. Il trapianto va preferibilmente effettuato con luna calante.

Raccolta: Da dicembre a marzo si effettua la raccolta, tagliando il fusto con attaccate alcune foglie che avvolgono l’infiorescenza. Il fusto del cavolfiore non ricresce mentre quello del broccolo ramifica e rivegeta dopo il taglio. La raccolta va fatta preferibilmente in luna crescente.

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CAVOLO CAPPUCCIO

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Descrizione: Tutti i tipi di cavoli coltivati sono varietà derivate dal cavolo selvatico che cresce sulle zone costiere del Mediterraneo e su quelle atlantiche, ad esclusione del “cavolo cinese” che deriva da una specie diversa, la “brassica sinensis”. A meno che non si voglia produrre seme, i cavoli in genere si coltivano con ciclo annuale anche se si tratta di piante a sviluppo biennale; le parti utilizzate sono in genere fusto, foglie e infiorescenze. Il cavolo cappuccio coltivato corrisponde alla varietà “capitata” e si distingue dalla verza anche quando le piantine sono poco sviluppate per le foglie lisce e non bollose. Le varietà coltivate di cavolo cappuccio si distinguono per il periodo di semina e di raccolta oltre che per i vari colori. Il cavolo verza corrisponde alla varietà “sabauda”, si coltiva dappertutto ed ha la testa più piccola nelle varietà precoci. Le varietà tardive, a raccolta invernale sono più saporite e più produttive. Il broccolo corrisponde invece alla varietà “botritys cymosa” ed è abbastanza diffuso in Italia soprattutto nel meridione. Rispetto al cavolfiore presenta un maggiore numero di foglie e oltre all’infiorescenza principale presenta germogli laterali (broccoletti).

Tipi di terreno: Crescono in ogni tipo di terreno purché molto fertile, ricco di humus e fresco.

Semina: Si fa in semenzaio in genere in primavera per la verza, mentre il cavolo cappuccio viene seminato da maggio a giugno, in autunno o in primavera a seconda delle varietà e del periodo scelto per la raccolta. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: I terreni lavorati profondamente vanno concimati con letame ben interrato, o altrimenti con fertilizzante granulare complesso.

Trapianto: Si fa da luglio alla fine di agosto, in autunno o in primavera a seconda delle varietà, alla distanza di 0,6-0,8 m tra le file. Occorre assicurare una irrigazione di impianto e ulteriori irrigazioni periodiche. Il trapianto va preferibilmente effettuato in luna calante.

Raccolta: Si fa in varie epoche, scegliendo teste compatte e sufficientemente grandi. Il fusto non ricresce. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna crescente.

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CAVOLO DI BRUXELLES

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Descrizione: Tutti i tipi di cavoli coltivati sono varietà derivate dal cavolo selvatico che cresce sulle zone costiere del Mediterraneo e di quelle atlantiche, ad eccezione del cavolo cinese che deriva da una specie diversa, la “brassica sinensis”. A meno che non si voglia produrre seme, i cavoli in genere si coltivano con ciclo annuale anche se si tratta di piante a sviluppo biennale; le parti utilizzate sono in genere fusto, foglie e infiorescenze. Il cavolo di Bruxelles coltivato corrisponde alla varietà “gemmifera”, riconoscibile per i germogli all’ascella di ogni foglia lungo il fusto, formati da foglioline stratificate una sull’altra. È probabilmente originario del Belgio ed ha un ciclo colturale molto lungo, impegnando il terreno per molti mesi. Si coltiva in Italia nel Centro-Nord. Le varietà coltivate si differenziano molto per sviluppo vegetativo e precocità, in genere le più tardive sono più alte e sviluppate, mentre le precoci sono nane.

Tipi di terreno: È una pianta molto rustica e cresce in ogni tipo di terreno, preferibilmente molto fertile, tendenzialmente acido, umifero e fresco. Resiste bene al freddo invernale.

Semina: Si fa in semenzaio o anche a dimora da maggio a giugno, a seconda delle varietà e del periodo scelto per la raccolta. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: I terreni lavorati profondamente vanno concimati possibilmente con letame ben interrato, od eventualmente con fertilizzante granulare complesso.

Trapianto: Si fa da luglio ad agosto, secondo le varietà, distanziando le piante a 0,7-0,8 m. Occorre assicurare una irrigazione di impianto e ulteriori irrigazioni periodiche. Il trapianto va preferibilmente effettuato con luna calante.

Raccolta: Si fa scalarmente a partire dal basso man mano che i cavolini raggiungono le giuste dimensioni, che vanno dai 3 ai 7 cm. Per anticipare la maturazione si può eseguire una cimatura del fusto principale, quando la pianta è cresciuta fino a un’altezza sufficiente; in tal modo si può avere una disponibilità di ortaggi per un periodo molto lungo di tempo. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna crescente.

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CICORIA E RADICCHIO

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Descrizione: Le cicorie comprendono numerose varietà orticole, con due gruppi dalle forme molto diverse, generalmente indicate con i termini di cicoria e radicchio. Del primo fanno parte le cicorie da radici, da germogli o da foglie, mentre del secondo i radicchi da taglio a foglie rosse, verdi o variegate, e quelli da forzatura come il radicchio belga. Il radicchio veneto è il più coltivato, e le varietà attualmente in commercio derivano da ecotipi migliorati per selezione. Il radicchio rosso o variegato si può coltivare in tutti i mesi dell’anno, ma soprattutto lo si raccoglie in autunno-inverno, e ne esistono varietà precoci e tardive.

Tipi di terreno: Si tratta di piante molto rustiche, che resistono bene sia al freddo che al caldo. I radicchi variegati preferiscono terreni compatti ma senza ristagni d’acqua, mentre tutte le altre varietà prediligono terreni sciolti. Per avere migliori risultati si coltiva in terreni profondi, fertili e freschi. Il clima ideale è temperato con autunno mite, ed è preferibile una esposizione soleggiata.

Semina: Viene effettuata da maggio a giugno in semenzaio o a dimora, a spaglio o a file, prevedendo un diradamento che lascerà circa 15 piante a mq. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: È preferibile un terreno ricco di sostanza organica e si può impiegare letame solo se ben decomposto. In alternativa può risultare utile un concime composto granulare da interrare prima della semina o anche l’aggiunta di compost. Il concime granulare si può usare anche al momento delle sarchiature, in quantità non eccessive e annaffiando spesso.

Trapianto: Si esegue a partire da giugno in piena terra a una distanza di 25-30 cm tra le piante. Si trapiantano in genere le varietà da forzatura. Il trapianto va preferibilmente effettuato in luna calante.

Raccolta: La raccolta può avvenire scalarmente, e anche in tagli successivi, se il prodotto è costituito dalle foglie separate anziché dalla palla. La raccolta va preferibilmente effettuata in luna crescente.

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CICORIA CATALOGNA

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Descrizione: Le cicorie comprendono numerose varietà orticole, a ciclo naturale biennale, con due gruppi dalle forme molto diverse, generalmente indicati con i termini di cicoria e radicchio. Del primo fanno parte le cicorie da radici, da germogli o da foglie, come la catalogna, mentre del secondo, i radicchi da taglio a foglie rosse, verdi o variegate, e quelli da forzatura come il radicchio belga. Dalle radici di alcune varietà si ottiene anche un surrogato del caffè. La cicoria catalogna si coltiva per le foglie ed i cespi o per i germogli teneri che spuntano a fine inverno.

Tipi di terreno: È un ortaggio autunno-invernale adatto per le regioni del Centro-Sud, che però si può coltivare anche al Nord, ma solo anticipandone la coltura. Si tratta di piante che preferiscono terreni non troppo compatti, profondi, fertili e freschi. Il clima ideale è temperato con autunno e inverno miti.

Semina: Viene effettuata da giugno a luglio in semenzaio, per poi eseguire il trapianto, o altrimenti direttamente a dimora, fino a settembre, nei climi miti, allo scopo di raccogliere le piante in inverno. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: È preferibile un terreno ricco di sostanza organica, si può impiegare letame solo se ben decomposto. In alternativa può risultare utile un concime composto granulare da interrare prima della semina, oppure l’aggiunta di compost. Il concime granulare si può usare anche al momento delle sarchiature, in quantità non eccessive e annaffiando spesso.

Trapianto: Si effettua dopo circa un mese e mezzo dalla semina, con piantine che hanno 4-5 foglie, spuntando leggermente la radice a fittone, in piena terra ben livellata ad una distanza di 25-30 cm tra le piante. Le varietà per la produzione di puntarelle vengono sottoposte a tecniche di forzatura e imbianchimento come per i radicchi. Il trapianto va preferibilmente effettuato in luna calante.

Raccolta: La raccolta deve essere fatta al momento giusto, quando i cespi sono sviluppati ma ancora teneri, e le puntarelle vanno tagliate appena sono sufficientemente grandi. La catalogna verde si raccoglie gradualmente nel corso dell’autunno, mentre la catalogna Brindisina solo nel tardo autunno o all’inizio dell’inverno, dopo che avrà perso il suo sapore amarognolo. La produzione va dai 2 ai 4 kg per mq. La raccolta va preferibilmente effettuata in luna crescente.

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CIPOLLA

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Descrizione: La zona di origine della specie è probabilmente l’Asia Occidentale, ed è conosciuta in Italia da migliaia di anni, costituendo l’ortaggio più importante della cucina mediterranea ed europea. È una pianta bulbosa biennale che però viene coltivata con ciclo annuale. Ne esistono innumerevoli varietà con bulbi di forma e colore diverso. Quelle da conservare si coltivano al Nord, mentre al Sud si producono cipolle estive, per il consumo fresco, generalmente a bulbo bianco. Esistono anche varietà da sottaceti. Il ciclo della pianta è influenzato dal fotoperiodo, e le varietà coltivate da noi sono indotte a fiorire (nel secondo anno) da intervalli di luce superiori alle 10 ore. Durante l’estate la parte fuori terra si secca mentre il bulbo rimane vivo.

Tipi di terreno: La cipolla cresce bene nei climi temperati e nei terreni leggeri, ben drenati, ricchi di sostanza organica e freschi. Evitare terreni compatti, sassosi o con ristagno di acqua.

Semina: Per le cipolle tardive viene fatta direttamente in campo o in semenzaio, a fine inverno o inizio primavera a file distanti 25-30 cm, cercando di evitare la necessità del diradamento. Dove il clima è mite si seminano in autunno per raccoglierle nella primavera successiva, per il consumo fresco. La semina va preferibilmente eseguita a luna piena o crescente.

Concimazione: È opportuno evitare di dare letame direttamente a questa coltura, meglio farla seguire a ortaggi che utilizzano di più le concimazioni organiche, come pomodori, cavoli o zucchine. I concimi granulari vanno ben interrati e devono contenere potassio. Il terreno a contatto con le piante deve essere mantenuto soffice e non troppo secco.

Trapianto: Si trapiantano in primavera i bulbetti di cipolla prodotti con tecniche particolari, oppure le piantine verdi di cipolla estirpate dal semenzaio. Il trapianto va preferibilmente effettuato a luna calante.

Raccolta: La raccolta può essere scalare sia per le cipolle a semina autunnale che per quelle a semina primaverile, mentre per le piante che dovranno essere conservate e utilizzate durante l’inverno i bulbi maturi si raccolgono in estate quando le foglie appaiono quasi secche. Le cipolle si lasciano asciugare all’aria per qualche giorno per poi intrecciarle insieme o legarle in mazzi. Appendendole in locali aerati il rischio di muffe o marciumi sarà minore. La produzione è di circa 2-3 kg per mq. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna calante.

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ERBA CIPOLLINA

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Descrizione: È una pianta erbacea perenne, diffusa nel centro Europa, ma spesso si trova allo stato spontaneo in Italia, ed è di estrema facilità nella coltivazione. Si presenta in cespi formati da molte piantine raggruppate, ed è caratterizzata da fiori violacei che sbocciano a maggio. Ha un fusto sottile che la fa somigliare ad una giovane piantina di cipolla.

Tipi di terreno: L’erba cipollina cresce bene nei climi temperati freddi e resiste alle basse temperature meglio della cipolla. I terreni leggeri, sciolti, ben drenati, ricchi di sostanza organica e freschi sono i migliori per la sua coltivazione, mentre quelli compatti, sassosi o con ristagni d’acqua sono da evitare.

Semina: Si fa direttamente a dimora in primavera, ad esempio distribuendo i semi in tante piccole fossette profonde circa 3 cm, distanti tra loro 25-30 cm. La semina va preferibilmente effettuata con luna piena o crescente.

Concimazione: In genere per un uso domestico si concima il terreno prima della semina con compost vegetale maturo o con terriccio organico, senza provvedere ad ulteriori concimazioni. Eventuali concimi granulari vanno bene interrati e devono contenere potassio. Nel corso dell’estate è necessrio assicurare qualche irrigazione, specialmente ai terreni aridi.

Trapianto: Non viene in genere trapiantata, a meno di volerne trasportare qualche pianta in un vaso più a portata di mano.

Raccolta: La parte utilizzata è costituita dalle foglie filiformi che si usano allo stato fresco, tagliandole in maniera scalare. Le piante ricrescono rapidamente. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna crescente.

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FAGIOLINO

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Descrizione: Insieme al mais, i fagioli costituivano la base dell’alimentazione delle popolazioni americane antiche. Sono piante erbacee annuali originarie del Messico e dell’America Centrale. Della specie “Phaseolus vulgaris” fanno parte, oltre ai fagioli da sgranare del tipo “cannellino” e i “borlotti”, anche i fagiolini mangiatutto. Di quest’ultimi esistono numerose varietà, sia nane che rampicanti coltivate in genere per i legumi interi, da consumare freschi.

Tipi di terreno: Il fagiolo preferisce terreni di medio impasto, ben lavorati, fertili e freschi, tendenzialmente subacidi. I fagiolini riescono a crescere anche nel nostro clima temperato, ma devono essere seminati in tarda primavera in modo che la maturazione dei legumi avvenga in estate. La semina si fa quindi in ritardo nelle località fredde.

Semina: I semi vanno posti a 3-5 cm di profondità, in file distanti 50 cm, oppure in postarelle distanti 30 cm. In ogni buchetta si possono mettere dai 4 ai 6 semi, per poi far rimanere circa 5-6 piante per mq. La quantità di seme necessaria è di circa 100 g per circa 20 mq. Le varietà nane non necessitano di sostegni, mentre quelle rampicanti vanno provvedute di paletti, canne, frasche o altri supporti, alti circa 2 m. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: Il fagiolo ha meno bisogno di azoto da concimazione poiché, come tutte le leguminose riesce a fissare l’azoto dall’aria grazie ad alcuni batteri che vivono in simbiosi sulle radici. Le concimazioni chimiche contenenti fosforo sono le più importanti, ma un terreno orticolo mediamente fertile è più che sufficiente per le esigenze di questo tipo di colture. La sostanza organica deve essere ben decomposta e distribuita uniformemente.

Trapianto: Non viene effettuato alcun genere di trapianto.

Raccolta: I fagiolini sono pronti da raccogliere quando hanno un diametro di 6-8 mm e sono ancora teneri, e non è possibile individuare la forma dei semi nel baccello. Si raccoglie ripetutamente ogni 8-10 giorni. Le varietà rampicanti producono per un periodo più lungo e possono essere raccolti anche per 2-3 mesi. La raccolta va preferibilmente effettuata in luna crescente.

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FAGIOLO

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Descrizione: Insieme al mais, i fagioli costituivano la base dell’alimentazione delle popolazioni americane antiche. Sono piante erbacee annuali originarie del Messico e dell’America centrale. Della specie “Phaseolus vulgaris” fanno parte, oltre ai fagiolini mangiatutto da consumo fresco, anche i fagioli da sgranare del tipo “cannellino” e i “borlotti”. Di quest’ultimi ne esistono varietà sia nane che rampicanti coltivate per i semi freschi o secchi. Altri famosi legumi come i fagioli dall’occhio appartengono alla specie “Vigna unguicolata”, mentre i grossi fagioli di Spagna fanno parte della specie “Phaseolus coccineus”, ma la loro coltivazione è identica.

Tipi di terreno: Preferisce terreni di medio impasto, ben lavorati, fertili e freschi, tendenzialmente subacidi. I fagioli riescono a crescere anche nel nostro clima temperato, ma devono essere seminati in tarda primavera in modo che la maturazione dei legumi avvenga in estate. La semina si fa quindi in ritardo nelle località fredde.

Semina: I semi vanno posti in terra quando la temperatura del terreno è di almeno 10°C, quindi a partire dalla fine di aprile, ad una profondità di 3-5 cm, in file distanti 50 cm, oppure in postarelle distanti 30 cm. In ogni buchetta si possono mettere dai 4 ai 6 semi, per poi far rimanere circa 5-6 piante per mq. Le varietà rampicanti vanno provvedute di paletti, canne, frasche o altri supporti, alti circa 2 m. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: Il fagiolo ha meno bisogno di azoto da concimazione poiché, come tutte le leguminose riesce a fissare l’azoto dall’aria grazie ad alcuni batteri che vivono in simbiosi sulle radici. Le concimazioni chimiche contenenti fosforo sono le più importanti, ma un terreno orticolo mediamente fertile è più che sufficiente per le esigenze di questo tipo di colture. La sostanza organica deve essere ben decomposta e distribuita uniformemente.

Trapianto: Non viene effettuato alcun genere di trapianto.

Raccolta: I fagioli da sgranare si raccolgono scalarmente, più o meno quando metà della vegetazione è secca. Le varietà rampicanti possono essere raccolte anche per un lungo periodo di 2 -3 mesi. La raccolta va preferibilmente effettuata in luna crescente.

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FAVA

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Descrizione: È una leguminosa erbacea a ciclo annuale, originaria dell’Asia Occidentale e utilizzata da millenni in Italia. Ne esistono diverse varietà, coltivate in tutte le regioni grazie alla loro diversa resistenza al freddo. Sono comuni due sottospecie principali: la “Vicia faba major” che è la fava da orto a semi grossi e la “Vicia faba minor” con semi più piccoli, detta anche favetta o favino, spesso utilizzata come coltura intercalare da sovescio o da pacciamatura. Le fave da orto si coltivano per i semi da consumarsi freschi o secchi.

Tipi di terreno: Il terreno giusto è preferibilmente profondo, fresco, ricco di sostanza organica e ben drenato. Se coltivata nei terreni poco calcarei la fava risulta di qualità migliore, più digeribile e di più facile cottura. Un clima temperato è il più favorevole, temperature di circa -6° danneggiano molto le piante.

Semina: La semina si effettua a fine di ottobre nel Centro-Sud o nei climi miti, oppure a fine inverno, nei climi freddi. I semi vanno interrati a gruppi di 4-5 in fossette, ad una profondità di 5 cm e ad una distanza di 50 cm in tutte le direzioni. Una leggera sarchiatura quando le piantine sono alte 10 cm aiuta a eliminare le erbacce e ad accostare la terra. Questa operazione va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: La fava ha meno bisogno di azoto da concimazione poiché, come tutte le leguminose riesce a fissare l’azoto dall’aria grazie ad alcuni batteri che vivono in simbiosi sulle radici. Le concimazioni chimiche contenenti fosforo sono le più importanti, ma un terreno orticolo mediamente fertile è più che sufficiente per le esigenze di questo tipo di colture. La sostanza organica deve essere ben decomposta e distribuita uniformemente.

Trapianto: In genere non si trapianta questo tipo di ortaggio.

Raccolta: La raccolta per il consumo fresco viene fatta scalarmente non appena i baccelli diventano sufficientemente sviluppati: in genere dalla fine di aprile, o anche prima per le piante seminate in autunno. Quando le piante ingialliscono completamente (in estate) si procede con una falciatura completa per poi raccogliere la massa vegetale secca e “trebbiarla”, separando (anche manualmente) i semi secchi. Le colture da sovescio spesso si sfalciano e si lasciano a terra come pacciamatura. La raccolta va preferibilmente effettuata in luna calante.

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FINOCCHIO

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Descrizione: Il finocchio da orto deriva dal finocchio selvatico che è una pianta erbacea perenne delle regioni mediterranee. Ha un sapore più dolce e meno forte, si coltiva con ciclo annuale per ottenere il grumolo costituito dalle guaine basali delle foglie. Il finocchio amaro è anch’esso derivato dalla pianta selvatica, a cui somiglia molto, e si usa invece come pianta aromatica, coltivato con ciclo annuale o biennale per i semi e le infiorescenze che si usano in molti modi in cucina.

Tipi di terreno: Ha bisogno di terreno fertile, profondo e fresco, soffice e ricco di humus. Preferisce clima temperato caldo, non resiste molto alle basse temperature e ai geli invernali.

Semina: I semi si interrano anticipatamente in semenzaio oppure direttamente a dimora, a file, da luglio a settembre, coperti con appena 1 cm di terriccio. Si effettua un diradamento lasciando una pianta ogni 25 cm circa sulla fila. Al Sud d’Italia vengono coltivate anche varietà a semina primaverile (febbraio) da raccogliere in estate. La semina va preferibilmente effettuata con luna calante.

Concimazione: È consigliabile evitare l’uso di letame per questa coltura, e coltivare invece su terreni precedentemente occupati da pomodori, cavoli o zucche, a cui il concime di stalla è stato somministrato. La sostanza organica deve essere ben decomposta e distribuita uniformemente. Eventuali concimazioni con fertilizzanti chimici vanno fatte con prodotti complessi.

Trapianto: Si usa trapiantare le piantine con circa un mese di vita a file distanti 40-50 cm, in terreno soffice e a fine estate. Trapianti e semine scalari garantiscono raccolte distribuite in un intervallo di tempo più conveniente.

Raccolta: I grumoli rincalzati con la terra allo scopo di farli imbianchire e di proteggerli dal gelo si raccolgono scalarmente in autunno o in inverno per l’uso domestico. La raccolta va preferibilmente effettuata in luna calante.

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FRAGOLA

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Descrizione: Le numerose varietà di fragole da orto coltivate attualmente derivano da ibridi selezionati a partire dalla specie “Fragaria virginiana” e da altre specie a frutto grosso originarie del Nord America. Le piccole fragole dei boschi appartengono invece alla specie “Fragaria vesca”, e anche per questa tipologia, a frutto piccolo e saporito esistono ormai varietà selezionate. Le fragole che si mangiano sono in realtà ingrossamenti del ricettacolo e i veri frutti hanno l’aspetto di semini sulla superficie. La riproduzione avviene in genere per via vegetativa per stoloni. Esistono anche varietà non stolonifere che vengono riprodotte per suddivisione dei piccoli cespi, spesso con tecniche avanzate di micropropagazione.

Tipi di terreno: La fragola si adatta a vari tipi di terreno, se non eccessivamente calcarei, e preferisce quelli sciolti, freschi e fertili. Vive bene in condizioni climatiche varie, e resiste al freddo, anche se viene a volte danneggiata dai geli primaverili se li subisce in fase di germogliamento o di fioritura. Un clima eccessivamente caldo e umido (come quello delle serre) la rende più sensibile ad attacchi di crittogame.

Semina: La semina è piuttosto difficoltosa in condizioni normali di coltivazione. I fragoleti si impiantano mediante interramento di piantine.

Concimazione: Si prepara il terreno in anticipo con adeguate lavorazioni e concimazioni organiche con letame maturo o compost. I fertilizzanti chimici devono essere scelti tra i prodotti senza cloro.

Trapianto: Le piantine, acquistate od ottenute da piante madri dell’orto, si mettono a dimora in agosto, in modo che possano svilupparsi bene prima dell’inverno e fruttificare nella primavera successiva. Si piantano a file distanti circa 70 cm, con 25 cm tra una pianta e l’altra sulla fila. I terreni vanno sagomati a forma di cumulo per migliorare il drenaggio (baulatura). Inoltre la pacciamatura permette di far crescere la pianta in condizioni migliori e spesso allo scopo si utilizza un foglio di plastica nero steso a terra, in cui le piantine vengono messe a dimora in appositi buchi. Tuttavia anche una pacciamatura di paglia o di aghi di conifere è perfetta, e inoltre più rispettosa dell’ambiente. La durata del fragoleto va dai 2 ai 5 anni, dopodiché occorre ripiantare.

Raccolta: Le varietà precoci sono le prime ad essere raccolte a partire da maggio. Molte altre sono rifiorenti e continuano a fiorire fino al termine dell’estate e anche oltre, e sono le più più adatte per essere coltivate negli orti. Le varietà di fragole di bosco sono in genere più tardive.

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INDIVIA

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Descrizione: È una specie botanica a ciclo biennale, diffusa originariamente nelle regioni temperate dell’Europa e dell’Asia, che comprende due gruppi di varietà comunemente coltivate negli orti: uno a foglie ricciute e frastagliate (indivia riccia) e l’altro a foglie intere e pressoché lisce (indivia liscia o scarola). Ne esiste anche una varietà da taglio detta “indiviola”.

Tipi di terreno: L’indivia è un ortaggio a coltivazione autunno-invernale, anche se vi sono varietà da coltura estiva. Può essere coltivata in ogni tipo di terreno, però ha un buono sviluppo solo in quelli ben lavorati, profondi, fertili, freschi e non troppo compatti. Il clima ideale è temperato con autunno e inverno miti.

Semina: La semina può avvenire direttamente a dimora solo per l’indiviola da taglio. L’indivia riccia e la scarola si seminano in semenzaio in tarda primavera o in estate, per poi venire trapiantate a dimora, una volta raggiunta una dimensione sufficiente di 10-15 cm. La semina va preferibilmente effettuata con luna calante.

Concimazione: È preferibile un terreno ricco di sostanza organica, ma si può impiegare letame solo se ben decomposto. In alternativa un compost vegetale maturo da interrare prima della semina o del trapianto può risultare utile. Il concime granulare si può usare anche al momento delle sarchiature, in quantità non eccessive e annaffiando spesso.

Trapianto: Il trapianto viene effettuato quando le piantine hanno 4-5 foglie, (spuntando leggermente la radice a fittone). Le piantine vengono messe a dimora in piena terra ben livellata a distanza di 30-35 cm. Non c’è bisogno di particolari cure colturali a parte qualche leggera sarchiatura per mantenere il terreno soffice e libero da erbacce. Per favorire l’imbianchimento si può fare una eventuale operazione di copertura con fogli di plastica nera per pochi giorni oppure una legatura del cespo con degli elastici. Il trapianto va preferibilmente effettuato con luna calante.

Raccolta: La raccolta deve essere fatta quando i cespi sono sviluppati ma ancora teneri; alcune varietà di scarola sono inizialmente a foglie verdi e di gusto un po’ amaro, e diventano più chiare e dolci solo a fine stagione. I cespi (detti grumoli) si raccolgono scalarmente man mano che raggiungono la giusta dimensione a partire dall’estate fino all’inizio dell’inverno. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna crescente.

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LATTUGA

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Descrizione: È una pianta erbacea biennale, comunissima, che viene usata fresca per insalate. È una specie botanica di origine incerta ma diffusa attualmente in numerose varietà, a foglie lisce, bollose e ricce, coltivate per la produzione di cespi grossi e serrati (lattughe a cappuccio), di cespi poco serrati (lattughe ricce o comuni), di foglie lunghe e costolute (lattuga romana), oppure per giovani insalatine da taglio (lattughino da taglio). Per ciascuna tipologia esistono varietà più o meno precoci e resistenti al freddo, o più lente nel passare alla fase riproduttiva (spigatura - salita a fiore), che segna la fine del loro utilizzo come ortaggio.

Tipi di terreno: È un ortaggio a semina scalare che va dalla primavera all’autunno, compatibilmente con le condizioni climatiche. Non resiste ai geli invernali e sopporta male il caldo secco, tuttavia si adatta a tutti i tipi di terreni, preferibilmente ben lavorati, fertili e freschi. I terreni argillosi sono più adatti per la coltivazione estiva perché mantengono l’umudità. È indispensabile irrigare frequentemente.

Semina: Si possono seminare in semenzaio, o direttamente a dimora, a spaglio oppure a file. In semenzaio da giugno a luglio, per poi passare al trapianto, mentre in piena terra fino a settembre, nei climi miti, allo scopo di raccoglierle in inverno. La semina va preferibilmente effettuata con luna calante.

Concimazione: Un terreno ricco di sostanza organica è preferibile, ma si può impiegare letame solo se ben decomposto. In alternativa un concime composto granulare da interrare prima della semina o l’aggiunta di compost può risultare utile. Il concime granulare si può usare anche al momento delle sarchiature, in quantità non eccessive e annaffiando spesso.

Trapianto: Si fa dopo circa un mese e mezzo dalla semina, con piantine che hanno 4-5 foglie, spuntando leggermente la radice a fittone, in terreno ben livellato, a distanza di 30-35 cm. Il trapianto va preferibilmente effettuato in luna calante.

Raccolta: Deve essere fatta al momento giusto, quando i cespi sono sviluppati ma ancora teneri, compatibilmente con la stagione e con la fase vegetativa. La lattuga romana può risultare più croccante se i cespi vengono legati con elastici qualche settimana prima della raccolta. Il lattughino da taglio va raccolto con una falce o un coltello affilato, senza rovinare i piccoli cespi che dovranno ricacciare. Tale operazione va preferibilmente effettuata in luna crescente.

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MAGGIORANA

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Descrizione: È una pianta aromatica perenne originaria dell’Asia Minore, costituita da un piccolo arbusto semilegnoso con foglie opposte, e piccoli fiori. Non si trova allo stato spontaneo in Europa ma spesso si rinaturalizza in seguito a coltivazione in orti e giardini, dove viene a volte utilizzata in alternativa all’origano o al timo. È molto impiegata tradizionalmente nella cucina francese, meno in quella italiana che utilizza prevalentemente l’origano (Origanum vulgare).

Tipi di terreno: Si coltiva in terreni ben drenati, soleggiati, e cresce anche in punti aridi. Non ha particolari esigenze di terreno, si può coltivare anche in vasi o cassette su terreno sciolto se non si dispone di orto. Per i migliori risultati si coltiva a terra in aiuole soleggiate, con terreno profondo, molto fertile e fresco; nelle regioni più fredde non sopravvive all’inverno se posta all’aperto.

Semina: Si semina in febbraio-marzo in luoghi protetti, in contenitori con terriccio fine; la germinazione avviene a una temperatura superiore a 10°C e le piantine vanno fatte gradualmente adattare all’aria aperta. In piena terra si semina in aprile, e preferibilmente con luna crescente.

Concimazione: Se il terreno è moderatamente fertile non occorre concimazione. In caso contrario l’aggiunta di compost può risultare utile.

Trapianto: Le piantine sufficientemente grandi si mettono a dimora in piena terra a tarda primavera, anche a gruppi. La moltiplicazione può avvenire per talea in maggio, utilizzando germogli non fioriferi di circa 8 cm. Il trapianto va preferibilmente effettuato in luna calante.

Raccolta: I rametti più aromatici vanno raccolti interi prima che i fiori sboccino, e sono i più adatti per l’uso allo stato secco, altrimenti le foglie da conservare si raccolgono in settembre, oppure scalarmente in base alle necessità. Se invece si vuole produrre seme si deve lasciare la pianta indisturbata fino a completa fioritura e maturazione autunnale.

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MENTA PIPERITA

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Descrizione: Le mente sono un gruppo di piante aromatiche molto vivaci e rustiche, coltivate in tutti i climi temperati e usate in particolar modo allo stato fresco in ogni parte del Medio Oriente oltre che in Europa. Tutte le specie hanno un odore caratteristico, più o meno intenso. La menta piperita è un ibrido sterile che si propaga per talea o per divisione delle radici. È una pianta erbacea perenne coltivata all’aperto nei mesi più caldi; in tutto il mondo viene fatta crescere su grande scala per la produzione di essenze, dai molti usi. In Italia cresce facilmente in quasi tutte le regioni.

Tipi di terreno: Viene favorita da un clima temperato, cresce bene nei terreni freschi, non troppo compatti e ben drenati, e si può coltivare anche in vasi o cassette su terreno sciolto, se non si dispone di un orto. Per ottenere i migliori risultati si coltiva a terra in aiuole in pieno sole o in ombra moderata, con terreno profondo e fresco.

Semina: Alcune mente si possono seminare in primavera. Tale operazione va preferibilmente effettuata in luna crescente.

Concimazione: Se il terreno è ben letamato e ricco di sostanza organica non occorre concimazione. In caso contrario un concime composto granulare da interrare prima della semina o l’aggiunta di compost può risultare utile.

Trapianto: La menta piperita e gli altri ibridi si riproducono per divisione dei fusti rizomatosi in autunno o in primavera, che vanno ripiantati subito a dimora a distanza di circa 30 cm. Il trapianto va preferibilmente effettuato in luna crescente.

Raccolta: Le foglie fresche si raccolgono scalarmente in base alle necessità, ma in tarda primavera si può raccogliere il prodotto da seccare. Cimando i rami dotati di infiorescenze le piante saranno stimolate a continuare a vegetare. Se invece si vuole produrre seme si deve lasciare la pianta indisturbata fino al disseccamento autunnale.

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ORIGANO

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Descrizione: È una delle tre diverse piante aromatiche appartenenti al genere “Origanum”, insieme alla maggiorana e all’“Origanum onites”, (più rustico, che cresce spontaneo nel Mediterraneo e in particolare in Grecia). È una pianta erbacea perenne, rustica e resistente, alta circa 50 cm, originaria dell’Asia Minore. È impiegato tradizionalmente nella cucina del meridione, anche perché le piante cresciute in clima caldo, magari in zone costiere, hanno un profumo nettamente migliore. Esiste anche una varietà a foglie dorate, molto decorative (“Origanum vulgare aureum”).

Tipi di terreno: Preferisce terreni ben drenati e soleggiati, ma cresce anche in punti aridi. Si può coltivare in vasi o cassette qualora non si disponga di un orto. Per ottenere migliori risultati si coltiva a terra in aiole ben soleggiate, con terreno profondo, fertile e fresco, mentre in climi molto freddi non sopravvive all’aperto nella stagione invernale.

Semina: Si semina in febbraio-marzo in luoghi protetti, in contenitori con terriccio fine. La germinazione avviene ad una temperatura minima di 10°C, e le piantine vanno fatte irrobustire gradualmente prima di effettuare il trapianto all’aria aperta. In piena terra si semina in aprile e si effettua un diradamento successivo. Questa operazione va preferibilmente effettuata in luna crescente.

Concimazione: Se il terreno è moderatamente fertile non occorre concimazione. In caso contrario l’aggiunta di compost può risultare utile.

Trapianto: Le piantine sufficientemente grandi si mettono a dimora in piena terra in maggio, anche a gruppi. Sempre in questo mese si può moltiplicare anche per talea, utilizzando germogli non fioriferi di circa 10 cm. Il trapianto va preferibilmente effettuato con luna calante.

Raccolta: I rametti o le foglioline da seccare si raccolgono quando la pianta è a metà fioritura, perché più aromatici (in genere in luglio, a seconda del clima locale). Se invece si vuole produrre seme, si deve lasciare la pianta indisturbata fino a completa fioritura e maturazione autunnale.

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PATATA

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Descrizione: È una pianta originaria del Sud America, introdotta in Europa solo nel 1600. In Italia sono diffuse numerose e diverse varietà a buccia bianca o rossa, più o meno dolci, facilmente adattabili ai vari climi e alle varie altitudini. Le due categorie di coltura sono le patate con ciclo primaverile-estivo, o le patate novelle, piantate in zone a clima caldo con ciclo invernale-primaverile.

Tipi di terreno: La patata cresce bene preferibilmente nei climi temperati e nei terreni leggeri, ben drenati, ricchi di sostanza organica e freschi. Sono da evitare terreni compatti e molto calcarei.

Semina: Si riproduce per seme solo per selezionare nuove varietà. Si piantano invece i tuberi che sono fusti trasformati e dotati di gemme, acquistati allo scopo o conservati dalla raccolta precedente. I tuberi da seme selezionati naturalmente sono garantiti contro le virosi. L’impianto avviene da marzo ad aprile a file distanti da 60 a 75 cm, interrando i tuberi in un solco profondo circa 15 cm, o anche in fossette distanti fra loro circa 30 cm. Dove il clima è davvero mite la semina viene fatta in autunno-inverno per raccogliere le patate novelle nella primavera successiva. È preferibile effettuare questa operazione con luna calante.

Concimazione: È opportuno lavorare bene il terreno, incorporando il concime organico necessario in maniera omogenea e con adeguato anticipo. Le concimazioni azotate devono essere moderate per evitare lo sviluppo eccessivo delle foglie e per limitare gli attacchi di insetti e il rischio di virosi. Il terreno a contatto con le piante deve essere mantenuto soffice e non troppo secco, e la terra deve essere progressivamente ammucchiata lungo la fila a costituire un cumulo sul quale si sviluppano le piante.

Trapianto: In genere non si trapianta, ma con cautela si possono interrare patate germogliate.

Raccolta: La raccolta può essere effettuata in agosto, quando le piante presentano le foglie quasi secche, utilizzando una forca rigida, e facendo attenzione che il terreno sia asciutto. In un orto domestico la raccolta può anche essere scalare a partire dalla fioritura, in modo da avere patate fresche (anche se piccole) in qualsiasi momento. Questa operazione va preferibilmente effettuata con luna calante.

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PISELLO

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Descrizione: I piselli appartengono alla stessa famiglia botanica dei fagioli, quella delle leguminose. Ne esistono numerose varietà orticole. Il ciclo colturale è più o meno lungo, e va dai soli 2-3 mesi per i piselli nani, a 5-6 mesi per i piselli rampicanti o semi-rampicanti. I semi si consumano freschi o secchi. Esistono anche varietà di piselli “mangiatutto” che si utilizzano nello stesso modo dei fagiolini.

Tipi di terreno: Il pisello preferisce terreni di medio impasto, ben lavorati, fertili e freschi, e non troppo calcarei, il che prevede un pH tendente alla neutralità o leggermente acido. Sono piante abbastanza resistenti al freddo e alle gelate primaverili, e al contrario possono essere danneggiati facilmente da siccità e temperature troppo elevate. Vengono coltivati con ciclo primaverile-estivo nei climi freddi (Nord Italia) e con ciclo invernale-primaverile nei climi più caldi (Sud Italia).

Semina: Si semina direttamente in piena terra, tradizionalmente in buchette larghe circa 30 cm al cui centro si interrano da 5 a 8 semi posti a 4-5 cm di profondità. In alternativa si semina a file, distanti da 50 a 100 cm a seconda se si tratta di varietà nane che non necessitano di sostegni, o rampicanti che vanno invece provvedute di supporti fatti con canne, frasche o apposite reti di plastica reperibili in commercio. I sostegni si mettono quando le piantine sono alte almeno 10 cm. Successivamente è utile una leggera rincalzatura del terreno. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: Il pisello ha meno bisogno di azoto da concimazione poiché riesce a fissare l’azoto dall’aria grazie ad alcuni batteri che vivono in simbiosi sulle sue radici. Le concimazioni chimiche contenenti fosforo e potassio sono le più importanti, ma un terreno orticolo mediamente fertile è più che sufficiente per le esigenze di questo tipo di colture. Se il terreno è secco è utile provvedere ad un’irrigazione qualche giorno prima della raccolta per avere maggiore produzione, evitando possibilmente di bagnare le foglie quando fa troppo caldo.

Trapianto: Non viene effettuato alcun genere di trapianto.

Raccolta: I piselli freschi si raccolgono scalarmente ogni 8-10 giorni, e le varietà precoci possono essere pronte dopo solo 2 o 3 mesi. I piselli col tempo diventano farinosi e insapori ma se vengono raccolti quando i semi all’interno del baccello si toccano appena, saranno teneri e dolci. Quelli da seccare invece si raccolgono maturi. Le varietà rampicanti producono per un periodo più lungo, anche di 1-2 mesi. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna crescente.

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POMODORO

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Descrizione: È una pianta erbacea annuale originaria dei climi tropicali, ed è coltivata in Italia in numerose varieta ed ibridi selezionati, classificabili a seconda del loro uso. Negli orti se ne coltivano numerose varietà, tra le quali i pomodori ciliegini da succo o da mangiare freschi, i famosi Sanmarzani, più adatti per conserve, o i grandi pomodori a “cuore di bue”, polposi e adatti per le insalate estive.

Tipi di terreno: Questo ortaggio non sopporta il freddo e i pomodori che si trovano sul mercato fuori stagione vengono coltivati in serre riscaldate. Preferisce terreni fertili, tendenzialmente sciolti, con un pH intorno a 7. Il clima troppo secco e la carenza di acqua danneggiano queste piante.

Semina: Si può seminare direttamente a dimora in primavera inoltrata, prevedendo un diradamento che lasci circa 4-5 piante per mq, ma spesso si pianta in semenzaio in anticipo. Dove il clima è veramente mite si seminano perfino in autunno o in inverno, per poterli raccogliere nella primavera successiva. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: Il letame ben interrato in anticipo rende le piante più rigogliose e produttive, e lo stesso risultato si ottiene utilizzndo le altre concimazioni organiche. I concimi granulari vanno ben interrati e la disponibilità di acqua deve essere proporzionale all’entità delle concimazioni. Il terreno a contatto con le piante va mantenuto asciutto.

Trapianto: Le piantine di pomodoro provenienti dai vivai si trapiantano in primavera inoltrata. Negli orti si preferiscono coltivare pomodori rampicanti che necessitano di sostegni e di progressive legature, che permettono maggiore produttività e meno danni ai frutti. In climi freddi una cimatura può essere utile per far maturare anche gli ultimi frutti. Il trapianto va preferibilmente effettuato con luna crescente.

Raccolta: Si aspetti di raccoglierlo il più vicino possibile al momento del consumo. Infatti i pomodori raccolti con la buccia rossa o arancione sono migliori di quelli in vendita nei supermercati dello stesso colore, perché in genere questi ultimi vengono raccolti ancora verdi e fatti maturare artificialmente. La raccolta finale va preferibilmente effettuata in luna calante.

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PORRO

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Descrizione: La specie è probabilmente originaria della regione mediterranea. È una pianta bulbosa biennale che però viene coltivata con ciclo annuale, in modo simile alla cipolla. Se ne coltivano poche varietà, a stelo corto o lungo. Non forma un bulbo molto ingrossato alla base, ma l’intero stelo cilindrico, bianco o verdastro, costituito dalle foglie inguainate una dentro l’altra viene consumato fresco.

Tipi di terreno: Il porro cresce bene nei climi temperati ed ha una buona resistenza al freddo. Preferisce terreni leggeri, ben drenati, ricchi di sostanza organica e freschi. Da evitare terreni compatti, sassosi o con ristagni d’acqua.

Semina: Si fa in semenzaio in varie epoche, ma in genere a primavera; oppure direttamente in campo, fino a luglio, con seme appena interrato, a file distanti 20-25 cm, cercando di evitare la necessità del diradamento. La semina va preferibilmente effettuata con luna piena o crescente.

Concimazione: È opportuno evitare di dare letame direttamente a questa coltura, meglio farla seguire a ortaggi che utilizzano di più le concimazioni organiche, come pomodori, cavoli o zucchine. I concimi granulari vanno ben interrati e devono contenere potassio. Il terreno a contatto con le piante deve essere mantenuto soffice e non troppo secco.

Trapianto: Le piantine di porro estirpate dal semenzaio si trapiantano, in primavera, quando hanno raggiunto un diametro di circa 8 mm, spuntando le radici a 1 cm e interrando bene il colletto. Se necessario in seguito si fanno opportune irrigazioni. Successive rincalzature possono essere utili per far imbianchire i bulbi. Il trapianto va preferibilmente effettuato con luna calante.

Raccolta: La raccolta può essere scalare per il consumo domestico, e avviene quando le piante hanno circa 6 mesi, ma anche prima. La produzione è di circa 2-3 kg per mq. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna calante.

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PREZZEMOLO

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Descrizione: È una pianta biennale tipica, erbacea, originaria del bacino del Mediterraneo, ma naturalizzata in Italia anche allo stato spontaneo. È una delle aromatiche più diffuse, utilizzata in maniera pressoché universale in cucina poiché esalta il sapore delle altre erbe. Ne esistono due varietà principali, una a foglia liscia, più aromatica, e l’altra a foglia riccia, meno comune in Italia.

Tipi di terreno: Il terreno deve preferibilmente avere un pH neutro, ed essere di medio impasto, fresco, ricco di sostanza organica e ben drenato. È una pianta tipica dei climi temperati, e viene danneggiata da lunghi periodi di basse temperature o da gelate ripetute.

Semina: Può essere seminato in varie epoche, generalmente a partire dalla primavera, direttamente in piena terra a circa 0,5-1 cm di profondità, a spaglio, oppure in strisce distanti 20 cm. Semine troppo anticipate provocano una germinazione lenta a causa del freddo, e al contrario semine estive possono richiedere l’utilizzo di teniche per mantenere il terreno fresco, come la copertura con sacchi o l’uso di teli ombreggianti di rete di plastica. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: Non è strettamente necessario evitare l’uso di letame per questa coltura, ma è consigliabile effettuare un interramento anticipato dei concimi organici. La sostanza organica deve essere ben decomposta e distribuita uniformemente. Eventuali concimazioni con fertilizzanti chimici vanno fatte con prodotti complessi in quantità ridotte per non stimolare l’attacco di afidi; è necessario anche assicurare sufficiente disponibilità di acqua.

Trapianto: Non si usa in genere trapiantare il prezzemolo.

Raccolta: Si raccolgono scalarmente le foglie più grandi, tagliandole o staccandole dalla base. Generalmente le piante ricacciano in condizioni normali, permettendo così una raccolta prolungata. I gruppi troppo fitti si possono anche diradare lasciando circa 3-4 cm di distanza. Nel secondo anno, in estate, le piante lasciate indisturbate matureranno infiorescenze e semi. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna crescente.

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RAPA

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Descrizione: È una pianta biennale di origine europea e asiatica. Se ne coltivano come annuali a ciclo breve due sottospecie da orto, una per la produzione di germogli e foglie, i cosiddetti “broccoletti” o “cime di rapa” (“Brassica rapa” sottospecie “silvestris”), e una per le radici (“Brassica rapa” sottospecie “rapa”). Le diverse varietà sono disponibili per quasi tutto l’anno, come “rape estive” seminate da aprile ai primi di luglio, e “rape invernali” seminate alla fine dell’estate. Gli ortaggi conosciuti come “rape rosse” sono invece delle varietà di bietole da radice, che appartengono a un’altra famiglia botanica, quella delle “Chenopodiacee”, anche se vengono coltivate anch’esse come ortaggi primaverili-estivi a semina diretta.

Tipi di terreno: Le rape preferiscono i terreni di medio impasto, ricchi di humus, fertili e freschi, tendenzialmente calcarei. Sono resistenti al freddo e vengono coltivate anche nel Nord Europa. Nel nostro paese crescono meglio nelle zone a clima mite e temperato-umido, perché temono la siccità e le temperature troppo alte. Le cime di rapa precoci si coltivano tipicamente nelle regioni del Sud.

Semina: La semina si può fare anche scalarmente, da aprile fino a settembre, direttamente in piena terra, a spaglio o a file, senza interrare troppo profondamente il seme (1-2 cm). Un successivo diradamento lascerà una distanza di 8-10 cm tra le piante per le rape da radice, e uno spazio di circa 35-40 cm per le rape da broccoletti o da cime. Queste ultime si possono anche seminare in agosto in solchi distanti circa 25 cm, senza diradamento, per poi raccogliere le foglie nella primavera successiva a più riprese. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: Si concima il terreno possibilmente durante la stagione autunnale precedente la semina, con letame o compost organico. Un’ulteriore concimazione, di tipo chimico, si può effettuare con nitrato di calcio al momento della sarchiatura.

Trapianto: Le rape da broccoletti possono venire trapiantate occasionalmente, in genere alla fine dell’estate, mentre non si trapiantano le rape da radici. Il trapianto va preferibilmente effettuato con luna crescente.

Raccolta: Le rape estive da radici sono più gradevoli se consumate prima che raggiungano le dimensioni di una palla da tennis. In terreni fertili e umidi, possono essere pronte da estirpare anche in meno di 2 mesi. Quelle raccolte dopo i primi freddi invernali hanno un sapore migliore e sono le più ricercate. Le cime vanno raccolte staccando le infiorescenze e le foglie insieme allo stelo centrale ingrossato prima che i fiori gialli comincino ad aprirsi. In genere le piante sono in grado di rigermogliare, anche più di una volta. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna crescente.

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RAVANELLO

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Descrizione: È una pianta erbacea annuale di origine asiatica, con ciclo molto breve (25-35 giorni), che in genere viene coltivata per le radici. Ne esistono numerose varietà selezionate, di precocità diversa e di forma variabile (globosa, sferica o allungata) e di colore dal bianco al rosso porpora. Viene prodotto sia negli orti che in serra.

Tipi di terreno: Il ravanello cresce meglio in terreni sciolti, ricchi di humus, tendenzialmente umidi e freschi. Viene facilmente danneggiato da siccità ed eccessiva insolazione, specialmente quando le piantine sono ancora piccole. Il suolo in superficie deve essere ben lavorato e sminuzzato, fine e leggero. In condizioni ottimali, le radici crescono rapidamente e diventano tenere e gustose, mentre in terreni aridi e compatti le piante fioriscono anticipatamente, e le radici assumono un sapore piccante.

Semina: All’aperto si semina a spaglio in maniera scalare, in genere ogni 15 giorni a partire da marzo fino a giugno, anche se in serra la coltivazione avviene tutto l’anno. Seminando in estate si deve preferire un luogo semi-ombreggiato e fresco, da irrigare regolarmente. Una tecnica consiste nel fare con un rastrello una serie di piccoli solchi profondi 1-2 cm, in cui far cadere i semi ben distanziati. Una lieve annaffiatura sarà sufficiente per interrarli. Le piantine possono essere diradate successivamente, in modo da garantire una distanza di 2-3 cm. La semina va preferibilmente effettuata con luna calante.

Concimazione: È preferibile non usare concime organico direttamente sui ravanelli, ma utilizzare un terreno già concimato nella coltura precedente. Inoltre è bene non eccedere con le concimazioni azotate di tipo chimico. Non occorrono rilevanti operazioni, se si escludono irrigazioni regolari e leggere sarchiature.

Trapianto: In genere non si effettua alcun tipo di trapianto.

Raccolta: I ravanelli si possono raccogliere scalarmente a seconda delle esigenze di consumo, tenendo presente che con l’aumentare delle dimensioni cresce anche il rischio di spaccature della radice, ed in genere il sapore viene compromesso. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna crescente.

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SEDANO

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Descrizione: È una pianta biennale, erbacea, che cresce spesso spontanea in Italia. Ne vengono coltivate con ciclo annuale due varietà: il sedano da coste o da foglie (“Apium graveolens” varietà “dulce”), che si consuma crudo o cotto, e il sedano rapa (“Apium graveolens” varietà “rapaceum”), più tardivo, di cui si mangia la radice tuberosa ingrossata, generalmente cruda, ma in minestre. Esistono numerose varietà di sedano in commercio. I tipi da foglie, usati per minestre, sono facili da coltivare perché rustici e frugali, mentre per ottenere coste bianche e lunghe, oppure sedani da radici, occorrono maggiori cure colturali.

Tipi di terreno: Il terreno non deve avere particolari caratteristiche, a parte essere fresco, permeabile e non troppo compatto. Preferibilmente si scelgono terreni di medio impasto, ricchi di sostanza organica. La radice del sedano rapa ha difficoltà ad ingrossarsi nei terreni sassosi. Il clima più adatto è quello temperato senza gelate invernali e senza eccessiva aridità estiva.

Semina: Il sedano da coste viene seminato spesso a fine inverno in semenzaio, ma si può benissimo seminare in piena terra aspettando la primavera (semine troppo precoci provocano fioriture anticipate). La temperatura ottimale per la germinazione e lo sviluppo è di 20°C circa, e seminando a spaglio a 0,5-1 cm di profondità le prime piantine saranno visibili dopo circa 15 giorni. La semina va preferibilmente effettuata con luna crescente.

Concimazione: L’uso di letame o compost organico in quantità discreta è utile per questa coltura, a patto che venga interrato in anticipo e ben incorporato al terreno. Gli eventuali concimi chimici non vanno interrati troppo presto, ma usati in quantità ridotte e assicurando sufficiente disponibilità di acqua.

Trapianto: Il trapianto avviene in genere da aprile a giugno, con piantine alte circa 15 cm, e dotate di almeno 5 foglie, disposte a file distanti 30-40 cm, lasciando 20-25 cm tra una pianta e l’altra. Il sedano rapa va trapiantato senza interrare il colletto delle piantine.

Raccolta: Si raccoglie l’intera pianta quando ha raggiunto sufficienti dimensioni, ma in alcune varietà si possono raccogliere scalarmente alcune foglie, tagliandole o staccandole dalla base. Il sedano rapa si estrae dal terreno in autunno-inverno, quando le foglie sono ingiallite e la radice è sufficientemente ingrossata e non troppo fibrosa, di solito prima che il terreno geli. La raccolta va preferibilmente effettuata con luna crescente.

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