Schermo solare a sensore intubato ed autoventilato

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Dopo il primo schermo mi sono preso la briga di costruirne un altro un pochino più  complesso anche se molto più  pratico dal punto di vista manutentivo.
Volendo adottare alcune soluzioni ho preferito utilizzare piatti molto facili da lavorare come i famosi sotto vasi. Ho usato quelli di diametro da 20 cm per la parte inferiore e da 23 cm per gli ultimi due in testa. Ad essi ho ritagliato i bordi ricurvi per evitare ristagni di acqua, neve e sporco di varia natura. La diminuta resistenza meccanica non incide minimamente sulle caratteristiche finali dello schermo.
Come al solito ho utilizzato 3 barrette filettate inox da 6 mm di diametro, galletti e dadi sempre in acciaio inox e spessori di bachelite bianca di circa 1,5 cm.
Al centro dei sottovasi ho praticato fori di 10 cm circa tranne che negli ultimi due. Ho deciso di intubare il sensore tramite un tubo in plastica lungo 20 cm e del diametro di 8. In basso il primo piatto l'ho rinforzato con una corona di plastica fissandola con la colla a caldo. Su di essa ho creato due fori su quali fissare (sempre tramite colla) le due viti che servono a sorreggere il tappo del tubo di cui sopra. Il tappo è  di quelli che si usano per chiudere i fori nel muro quando ci sono le caldaie. Come si vede dalle foto essi dispongono di listelli a persiana molto adatti al nostro scopo. Hanno anche un filtro che può  servire ad evitare l'ingresso di insetti nel tubo. Ne esistono anche per tubi da 10 cm. Sul tappo ho inserito un supportino metallico per il termoigro mentre sul suo bordo ho praticato due piccoli fori atti a far passare le viti di fissaggio allo schermo. Per mantenere il sensore al centro dello spazio interno del tubo ho accorciato il braccetto del supporto (vedere figura). Scegliendo il tubo da 10 m forse non serve intervenire in tal senso.
La ventolina da PC l'ho ritagliata per adattarla al tubo. Ho poi siliconato i bordi per non avere corto-circuiti d'aria. Il cavetto della ventolina l'ho fatto passare dentro il tubo facendolo uscire dal basso del tappo insieme ai cavi del termoigro.
In alto ho posto una corona che serve ad evitare un ipotetico ricircolo dell'aria uscente dall'alto dello schermo.
Come da schema si nota come i piatti non tocchino il tubo tranne che il primo in basso e l'ultimo in testa. Il penultimo piatto ha un piccolo foro in modo da ripartire l'uscita dell'aria in testa allo schermo. Lo schema chiarisce anche questo punto.
La verniciatura è stata effettuata con vernice poliuretanica bicomponente, molto costosa ma molto efficace. Ho dato più  mani previa passata di carta vetrata sui piatti e aggrappante. Consiglio di dare la prima mano leggerissima, solo a sporcare. Le successive aggrapperanno meglio. L'interno del tubo l'ho dipinto di nero opaco secondo quanto consigliatomi da Raffaello di Martino. Sempre vedendo le foto si nota come io abbia fissato con del nastro bianco i plugs dei cavi sul sensore. Ciò mi ha risolto un problema quando sostituii lo schermo e cioè la debolezza di segnale dell'anemometro in arrivo sul termoigro che generava errori ed assenza di misurazioni. Nel caso poi dovesse entrare dell'acqua nello schermo il nastro ha anche lo scopo di proteggere i plugs. In alto ho sempre posto un disco metallico con dei galletti di serraggio che permettono un facile sgancio dello schermo dal supporto. In basso invece basta mollare altri due galletti per "scendere" il tubo con il tappo ed accedere ad ogni componente senza aprire lo schermo.
Voglio consigliare ad ognuno che possiede una WS 2300 di mettere a massa la cassa del PC a cui è collegata la consolle. A me ha risolto il problema della comparsa anomala, ogni tanto, del valore di 91,8 km/h nei rilevamenti anemometrici.

 

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