TREVISO - Sono circa 600 gli ettari di vigneto appartenenti all'area del Consorzio di tutela del prosecco superiore Conegliano Valdobbiadene in cui sono state volontariamente adottate le regole del protocollo viticolo 2013 in materia di utilizzo di fitofarmaci. Ne hanno parlato i vertici dell'associazione spiegando che da 19 prodotti ammessi dalle normative italiane quelli consentiti dal protocollo sono appena quattro, e che sono stati del tutto eliminati i preparati a base di Mancozeb, un fungicida di sintesi brevettato nella prima metà del secolo scorso e oggi ritenuto da vari esperti cancerogeno.
L'adesione al protocollo, fino ad oggi registrata nel 10% dell'area, potrebbe raddoppiare entro il 2013 anche grazie ad incentivi - anch'essi volontari - offerti dagli imbottigliatori ai produttori che non utilizzino le sostanze bandite dal testo di autodisciplina. In alcuni casi, infatti, l'uva è stata pagata dai 10 ai 15 centesimi di più al chilogrammo su un prezzo base oscillante fra gli 1,2 e gli 1,5 euro.
Oltre alla natura delle sostanze, un altro parametro introdotto dal disciplinare è l'indicazione dell'intervallo di sicurezza, ovvero dei giorni che secondo le indicazioni riportate in etichetta devono intercorrere fra l'ultimo intervento con il prodotto specifico e la raccolta delle uve. A questo si aggiunge il riferimento, qualora riportato, alla fascia di rispetto da osservare durante l'intervento fitosanitario per noi disperdere il prodotto nelle aree circostanti. (ANSA)
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