Ieri l’Istat ha pubblicato gli “Indicatori dei permessi di costruire” dai quali emerge che «nel secondo semestre del 2012 i permessi di costruire relativi all’edilizia residenziale presentano una significativa contrazione rispetto allo stesso periodo del 2011 (-28,3% per le nuove abitazioni e -26,4% per la superficie utile abitabile). I permessi di costruire relativi all’edilizia non residenziale registrano una diminuzione relativamente più contenuta (-17,9%). Il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali risulta in forte calo, presentando, nel terzo trimestre, una variazione tendenziale del -26,7% e nel quarto del -29,8%. Significative sono anche le diminuzioni della superficie utile nel confronto con gli analoghi trimestri del precedente anno: -24,7% per il terzo trimestre 2012 e -27,8% per il quarto. Nel terzo trimestre 2012, l’edilizia non residenziale presenta una superficie in calo rispetto allo stesso periodo del 2011 (-14,9%). Tale contrazione si accentua nel quarto trimestre 2012, quando si registra un calo della superficie non residenziale pari al 20,6% rispetto allo stesso periodo del 2011».
La bolla della rendita sembra essere scoppiata senza ancora la deflagrazione sociale diffusa che l’ha accompagnata negli Stati Uniti e che potrebbe sottolinearla ancora più drammaticamente in Cina.
Ma nel nostro Paese l’edilizia è da decenni qualcosa di diverso: bene rifugio, motore produttivo di un’economia improduttiva fino all’abusivismo, attore della scena politica e del (s)governo del territorio, tentazione più che soddisfatta dei clan criminali. Una situazione ben conosciuta dagli imprenditori onesti che ora si trovano sotto le macerie di un sistema che è imploso sotto la crisi economica, seppellendo lavoratori ed imprese.
È quindi importante che il ministro dell’ambiente Andrea Orlando leghi la possibilità di una crisi che è di sistema, di saturazione del mercato e di fine di un’illusione di rendita infinita, a nuove politiche che sono poi le vecchie proposte che l’ambientalismo più avveduto predicava da anni inascoltato nel deserto della politica e dei media: «L’edilizia deve e può superare la crisi convertendosi all’efficienza energetica, alla sostenibilità e soprattutto al riuso delle aree già edificate – ha detto Orlando commentando i dati diffusi dall’Istat – Per questo motivo, è urgente l’approvazione della legge che ho presentato sul contenimento del consumo di suolo insieme con i colleghi delle Politiche agricole, dei Beni culturali e delle Infrastrutture». (greenreport.it)
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