Si tratta, però, di impianti nella
maggior parte dei casi nati per altre attività e solo in un
secondo tempo "ereditati" dalla meteorologia. Il loro uso è
problematico, poiché a queste lunghezze d'onda il fascio radar è
soggetto ad un notevole assorbimento atmosferico. Buoni
risultati nell'avvistamento delle nubi potrebbero essere
raggiunti lavorando in banda K dove i radar convenzionali non
possono vedere le microscopiche goccioline che le compongono.
Con lunghezze d'onda superiori a 3
cm e nell'ipotesi che le particelle abbiano un diametro
inferiore ai 5 mm, la teoria permette di legare, in un'unica
relazione nota come equazione del radar, la riflettività
di un volume di atmosfera con l'intensità dell'eco, le
caratteristiche del radar e quelle del mezzo in cui avviene la
propagazione dell'onda elettromagnetica. In particolare, risulta
che il fascio può subire una notevole attenuazione per la
presenza di precipitazioni poste tra l'antenna ed il volume in
osservazione.
Altri fattori possono poi
concorrere a modificare il fascio radar durante la sua
propagazione; essi sono di natura sia geometrica che fisica
(legati a variazioni dell'indice di rifrazione atmosferico) o
dovuti alla presenza di ostacoli naturali o artificiali. Se
tralasciati conducono ad un'errata valutazione della situazione
meteorologica; le correzioni possono intervenire a livello
analogico, al momento della misura, o a livello digitale, in
fase di riduzione dei dati. Uno di questi effetti, più
propriamente meteorologico, è quello detto di bright band,
che si presenta quando una particella di ghiaccio, attraversando
il livello dell'isoterma 0°C, comincia a fondersi, ricoprendosi
di una sottile pellicola d'acqua. Poiché i più alti valori di
riflettività sono associati alla neve bagnata, questo fenomeno,
particolarmente evidente nel caso di nubi stratiformi, provoca
un notevole aumento di riflettività rispetto agli strati
circostanti; per la sua eliminazione si fa ricorso ad
un'interpolazione tra due strati orizzontali.
Una volta ottenuto un valore di
riflettività il più possibile corretto, esso può essere
convertito in quantità di pioggia tramite una relazione di
questo tipo:
Z = a Rb
dove R è la precipitazione
in mm/h, Z la riflettività ed a e b sono
costanti il cui valore dipende dal tipo di precipitazione.
Il problema della determinazione
delle costanti è uno dei più discussi in radar-meteorologia; in
letteratura esistono moltissime coppie di coefficienti calcolate
per diversi tipi di precipitazione e verificate sperimentalmente
mediante confronto con una rete di sensori pluviometrici posti
nella zona spazzata dal radar.
E' evidente, tuttavia, come questa
relazione sia puramente empirica e soggetta ad incertezze
dipendenti soprattutto dalla distribuzione delle dimensioni
delle gocce nel volume in esame e dalla durata temporale della
misura. Per migliorare il grado di precisione vengono usati i
cosiddetti sistemi a doppia polarizzazione, dove la riflettività
viene valutata su due piani tra loro ortogonali. Infatti, tanto
più le gocce sono grandi, tanto più assumono, durante la caduta,
una forma schiacciata e tanto più la riflettività orizzontale
differisce da quella verticale, fornendo così un'indicazione
della distribuzione delle dimensioni. In questo caso esistono
delle relazioni diverse da quella citata dato che entrano in
gioco altri parametri come la riflettività differenziale, la
fase differenziale etc. Inoltre, la polarizzazione duale
permette di distinguere le gocce di pioggia dalle particelle di
ghiaccio, che durante la caduta conservano una forma pressoché
sferica.
In conclusione, si deve
sottolineare che, per quanto un radar possa essere impreciso,
rispetto al satellite meteorologico, che vede essenzialmente la
cima delle nubi , ed i sensori di punto, che rilevano dati su di
un punto dello spazio, esso fornisce una misura delle grandezze
osservabili su tutto lo spazio e rileva in maniera completa la
struttura dei fenomeni meteorologici. Un suo utilizzo operativo
è particolarmente utile nel Nowcasting, soprattutto riguardo
all'individuazione di fenomeni violenti (temporali, grandine,
wind shear). Un ulteriore miglioramento si avrà non appena
entreranno in funzione le reti radar nazionali ed
internazionali. L'integrazione con altri sensori, come quelli
puntuali al suolo o in quota (palloni sonda), con i satelliti
meteorologici, renderà possibile una visione sempre più completa
delle osservabili meteorologiche.